Oh Romeo mio: Il Comune non è Giulietta

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Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Appunto, il vizio di Alfredo Romeo – parafrasando uno slogan caro al Luigi De Magistris – versione rivoluzione arancione della campagna elettorale – è essere un prenditore e non un imprenditore.- Le numerose inchieste giudiziarie cominciate nella prima Repubblica e proseguite nella seconda ci raccontano chi è veramente Alfredo Romeo. Con rito abbreviato a marzo 2010 – l’imprenditore che gestisce per conto del Comune di Napoli tutto il patrimonio immobiliare e altro è stato condannato a due anni di reclusione (pensa sospesa) per corruzione. L’inchiesta è quella della “Global Service” dove esponenti di Comune, Regione e Provincia indistintamente si mettevano a disposizione per modellare e orientare atti amministrativi cuciti su “misura” per le imprese di Romeo.

Non parliamo di venti anni fa. Non domo, l’ineffabile imprenditore-prenditore che flirtava con Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino adesso ci riprova con il “nuovo che avanza”: la nuova giunta targata De Magistris.

Forte di una sentenza amministrativa che obbligherebbe Palazzo San Giacomo a sborsare una paccata di quattrini, l’instancabile Romeo corteggia il Comune-Giulietta con una proposta indecente : il progetto “Insula.-Borgo Antica Dogana”. Si tratta della bonifica di un’area di 45 mila metri quadri compresa tra via Cristoforo Colombo, piazza Municipio e il varco della Immacolatella. Romeo da benefattore si accollerebbe tutti gli oneri (circa 7 milioni) e “regalerebbe” al Comune  un modello sperimentale a costo zero per la rinascita del quartiere gestito come un condominio dalle sue aziende. A proposito, nell’area ricade guarda caso, il suo albergo e proprio collegato ad esso vorrebbe realizzare un mega parcheggio privato su di un suolo di pertinenza pubblico.

Il progetto-pacco di Romeo – ricordiamo  condannato per corruzione – è stato sottoposto alla Giunta  della legalità  e subito inserito nella delibera comunale 206 del 27 marzo, per le dismissioni di immobili per 100 milioni nel 2012, insieme con l’accordo per transazione al pagamento da parte di Palazzo San Giacomo di 49 milioni dovuti alla Romeo. L’ex battagliero assessore al patrimonio Barnardino Tuccillo che voleva – appena insediatosi – chiudere ogni rapporto con la Romeo Spa si è sciolto come neve al sole.

Sandro Fucito, capogruppo di Federazione della sinistra (il politico che ha denunciato e dato il là all’inchiesta Global Service) attacca: “Una donazione non può riguardare una transazione da 49 milioni, l’assessore Tuccillo, ha un´idea confusa di donazione”. E ricorda: “Con l´accordo il Comune rinuncia anche a due cause attive verso Romeo e che per velocizzare le dismissioni del patrimonio immobiliare si conferisce la possibilità a Romeo di istituire le pratiche in sanatoria, di avere accesso all’anagrafe comunale e di fornire il nominativo di tre persone che agiranno per conto del Comune”.

La Giunta  senza fiatare, alla faccia della democrazia partecipata e delle assemblee  di popolo,  ha  espresso “interesse” per il progetto. Della serie cotto e mangiato. Unico assente – non casuale – alla riunione di Giunta è stato l’ assessore alla Sicurezza Giuseppe Narducci che annusata la puzza di imbroglio dalle colonne de “La Repubblica” ha sparato a zero contro il progetto e l’imprenditore.

L’eroe dei due mondi Romeo non è solo. Tanti amici al suo capezzale. In prima fila il direttore del Corriere del Mezzogiorno  Marco De Marco che non fa mancare alla causa il solito endorsement. Ma la rabbia di Romeo tracima quando l’assessore all’Urbanistica Luigi De Falco si sfila e comincia ad esprimere i suoi dubbi. L’imprenditore con una lettera pubblica sguaiata ed a tratti  violenta risponde  pan per focaccia parlando di   “vecchiume intellettuale”, “mancanza di idee e di coraggio”, di “inconcludenti chiacchiere da bar” e di “battute demagogiche solo per conquistare  uno spazio ‘interdittivo’ con il sindaco”.

Nella polemica si inserisce Stefano Gizzi, soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici di Napoli e provincia che serafico dice sempre sul quotidiano ‘La Repubblica’: “Romeo deve sanare prima gli abusi che ha commesso con la costruzione del suo albergo, infatti i volumi aggiunti non rispettano i vincoli a cui è assoggetta l’area, ma della questione si sta interessando la magistratura”. Ma Romeo ribatte:”Ho le carte apposto” 

La testa al toro la taglia un disinvolto e pragmatico De Magistris che senza imbarazzo spiega: “La Romeo aveva ingiunzioni per 50milioni di euro e avrebbe avviato un contenzioso giudiziario pericolosissimo per il Comune. L’ obiettivo della transazione è importante e ne siamo tutti contenti perché tutti hanno contribuito”.

Voce fuori dal coro quella di Pietro Rinaldi di “Napoli è tua” che ricorda: “La vera questione è il diritto al pregiudizio nei confronti di Romeo, non per le sue vicende giudiziarie, ma perché rappresenta, come abbiamo sostenuto in campagna elettorale, quel rapporto malsano tra pubblico e privato, tra politica e imprenditori”.

Arnaldo Capezzuto

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