L’imprenditore Romeo somiglia a un bambino viziato, tutto gli si deve dare e concedere altrimenti sbatte i piedi a terra e piange a dirotto. Le delibere-balocchi donate dall’amministrazione guidata dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il servizio baby sitter svolto egregiamente dall’assessore al Patrimonio, Bernardino Tuccillo hanno avuto il loro effetto.
Il bimbo non piange più. Sorride e festeggia sui giornali amici con articoli roboanti e inserzioni pubblicitarie che “il piano di dismissioni delle case Erp ha fatto entrare 50milioni di euro. Gli inquilini delle abitazioni popolari hanno accettato di buon grado di acquistare la casa dove abitano”.
Seguono una snocciolata di cifre e poi dichiarazioni solenni tipo : “Il piano di dimissioni in corso richiede un impegno aziendale senza precedenti che la Romeo gestioni ha messo in campo, nonostante a dicembre prossimo scadrà il contratto per la gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli”. C’è da commuoversi.
L’ imprenditore Romeo sembra che a Napoli faccia del volontariato. E qualche ingenuo si commuove davvero: “L’ attenzione ai ceti più poveri è un risultato che mette tutti d’accordo” sentenzia un emozionato Tuccillo. La felicità del bambino Romeo dura poco. Il nuovo capriccio si chiama “Insula della Dogana”.
Nonostante le rassicurazioni, il piccolo sbatte i piedi a terra. Quel progetto occorre realizzarlo. La valutazione della proposta, i costi ed i benefici, la cabina di regia, le gare con altri soggetti sono “pezze d’appoggio”. Romeo ha i soldi, le amicizie, la persuasione e – si dice a Napoli – il pianto come buon augurio.
E Vezio De Lucia non si nasconde dietro un dito e denuncia: “Allo stato della legislazione vigente, il progetto Insula non è realizzabile”. E poi: “Politicamente è inaccettabile. Non perché non si debba dialogare coi privati, tutt’altro, ma perché si prevede di affidare la gestione di un pezzo di città ad un imprenditore che assumerà quota parte dei tributi dei cittadini che vivono nell’insula”.
Genny Attira