La campanella from Naples e dintorni è suonata ufficialmente il 13 settembre. Una sofferta delibera a firma del sindaco Luigi De Magistris datata 31 agosto aggrappata costituzionalmente all’indispensabilità ed infungibilità del servizio sembrava aver spalancato le porte all’incarico per oltre 350 maestre ed educatrici precarie e garantire un avvio di anno scolastico regolare. La realtà è un’altra. Per rastrellare i soldi per le maestre precarie, nonostante fossero a bilancio, i tagli devono restare nel settore scuola.
Gli altri comparti non si toccano. Parola della triplice sindacale, che il 12 settembre vede approvata la “sua” delibera sul salario accessorio. E non è lettera morta. Ancora una volta a maestre, scuola e i bambini è toccato il lato corto della coperta. Forse una ragione. Sociale. E così, con le risorse ridotte al lumicino, si conferiscono solo 37 incarichi, giusto per tappare le falle. Ma è come svuotare il mare con un secchiello.
L’assessora Annamaria Palmieri si prodiga e si moltiplica, sembra possedere il dono dell’ubiquità: rilascia interviste, riceve i sindacati; dirime contrasti. Taglia, cuce e fa i conti della serva. Da buona massaia dell’amministrazione comunale fa quadrare il bilancio del suo disastrato assessorato: arruola striminzita forza lavoro e assegna alle scuole personale di ruolo precedentemente collocato in uffici amministrativi.
Ecco di scena il gioco delle tre carte col personale educativo imponendo la mobilità sul territorio. “Perché le scuole vanno aperte.” è il suo must. E’ riuscita in meno di un anno a vaporizzare quegli standard di qualità fissati in dieci anni dalla giunta guidata da Rosa Russo Iervolino. L’ex- sindaco aveva, infatti, investito molto negli asili nido comunali e ne aveva triplicato il numero sul territorio comunale partenopeo. Ancora troppo pochi- come si evince da un recente studio della Gesco in un convegno tenutosi a giugno.
E si strizza l’occhio al privato sociale in caso di default della scuola comunale. Ci stiamo arrivando: negli asili nido regna ormai il caos assoluto. Strutture inaugurate e mai aperte; carenza cronica di collaboratori scolastici; scarsi supporti didattici; rapporto educatore bambino da sempre oggetto di concertazione in ogni parte d’Italia, innalzato verticisticamente da uno a dieci citando una legge regionale del 2009 mai stata oggetto di trattativa con le parti in causa o di un dispongo, come è accaduto per altri atti deliberativi comunali recepiti da Burc regionali.
La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: lattanti rimandati indietro per mancanza di personale; sezioni pollaio con 35 bambini dai 12 ai 36 mesi con due educatrici; accoglienza e ambientamento-punti cardine per il bambino che si affaccia nell’ambiente formale scolastico per la prima volta- polverizzati; bambini già scolarizzati senza punti di riferimento perché le loro educatrici sono sradicate dalle scuole di origine e trasferite con ordini telefonici in modalità tappabuchi on the road a supporto in altri plessi .
I veri responsabili invece se la suonano e se la cantano giocando a scarica barile. Assistiamo in questi giorni alla telenovella “refezione sì /refezione no” : un appalto studiato e ragionato con un protocollo innovativo che prevede un’unica ditta refezionante in tutte le dieci municipalità. Le buste si sarebbero dovute aprire il 25 settembre ma qualcuno si accorge che mancavano le grammature nel capitolato. Rewind: tutto da rifare e solito rimpallo di responsabilità.
L’apertura delle buste slitta ulteriormente e, con loro, anche l’inizio della refezione, foscamente previsto per gennaio. Però l’assessora fa i compiti: ha una soluzione per tutto e da brava prof. ragiona con i dirigenti delle municipalità sull’idea di una gara d’appalto ristretta-mala tempora currunt- che guidi la transizione verso il nuovo appalto, fissando intorno al 20 ottobre la data d’inizio della refezione.
Intanto la Palmieri, tra una commissione e l’altra, trova anche il tempo di seguire il suo ruolo istituzionale. E davanti Montecitorio manifesta con l’associazione “Tutti a scuola” a favore dei diritti dei bambini disabili. Touchè, assessora :l ei predica bene ma razzola male, considerando che, nell’indispensabilità del servizio, ha dimenticato di inserire tutti gli 89 posti di sostegno, dandone solo una ventina alle aventi titolo. I restanti posti sono congelati fino alla refezione. Nel frattempo i genitori cominciano ad autogestirsi la refezione scolastica…
Pier Paolo Milanese
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