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I disperati. É stato ribattezzato il “mercato delle pezze” e della “sopravvivenza”. C’è la disperazione di donne e uomini che ogni giorno spingendo carrozzine percorrono chilometri e chilometri di strada pescando dai cassonetti cose da riutilizzare. Differenziano e cercano tra l’immondizia oggetti che possano avere ancora un valore economico per rivenderlo al grande bazar di piazza Garibaldi. Di fronte alla povertà, alla fame, alla privazione non si può stare a guardare il pelo nell’uovo. Questi cristiani avranno anche il diritto di racimolare quel poco per vivere.

Lo spettacolo non è proprio edificante. Napoli è sempre la terza metropoli d’Italia e trovarsi – uscendo dalla Stazione Centrale – di fronte a queste scene da terzo mondo si resta davvero perplessi. Sembra di essere piombati direttamente nella discarica di Korogocho. E’ la disperazione che acquista i contorni della povertà. Il “mercato delle pezze” o della “sopravvivenza” è a piazza Garibaldi. Cianfrusaglie, rottami, mercanzia varia, oggetti recuperati nei cassetti dei rifiuti e sistemati su bancarelle di fortuna. Sono in tanti a storcere il naso, a voltarsi da un’altra parte, a maledire questo mercanteggiare poco dignitoso della gente e dei luoghi. Però è anche vero che una società che si definisce civile non può dimenticare e abbandonare a se stessi gli ultimi tra gli ultimi, i più deboli.

Luigi Fonderico

 

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