IL DOSSIER ANNUALE sulla Qualità della vita nelle città italiane curato da Rossella Cadeo, Roberto Del Giudice, Giuseppe Siciliano, Giacomo Bagnasco per conto del Sole 24 Ore – come sempre – suscita un vespaio di polemiche. C’è ancora il Trentino Alto Adige, con Trento e Bolzano ai primi due posti, in vetta alla classifica 2013. Al capo opposto della classifica, invece, con un 107esimo e ultimo posto, ci sono Napoli e la sua provincia.Non si capisce il grado di scientificità e neppure i parametri adottati per costruire la classifica di qualità. Le categoria di valutazione prese in considerazione sono tenore della vita, servizi e ambiente, affari e lavoro, ordine pubblico, popolazione, tempo libero. Di più non si sa. L’effetto è scontato e virale. Il dibattito mortificante. La Napoli descritta in quei numeri distribuiti a casaccio e con base statistica molto lacunosa non corrisponde alla verità.
Qui di seguito un intervento di Erry De Luca su cosa significa Qualità della vita.
“Ignoro i criteri di valutazione ma dubito che siano adeguati allo scopo. C’è qualità di vita in una città che vive anche di notte, con bar, negozi, locali aperti e frequentati, a differenza di molte città che alle nove di sera sono deserte senza coprifuoco.
Considero qualità della vita poter mangiare ovunque cose squisite e semplici a prezzi bassi, che altrove sarebbero irreali. Considero qualità della vita il mare che si aggira nella stanza del golfo tra Capri, Sorrento e Posillipo.
Considero qualità della vita il vento che spazza il golfo dai quattro punti cardinali e fa l’aria leggera. Considero qualità della vita l’eccellenza del caffè napoletano e della pizza.
Considero qualità di vita la cortesia e il sorriso entrando in un negozio, la musica per strada. Considero qualità della vita la storia che affiora dappertutto.
Considero qualità della vita la geografia che consola a prima vista, e considero qualità della vita l’ironia diffusa che permette di accogliere queste graduatorie con un “Ma faciteme ‘o piacere”. Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare”.
Luigi Fonderico