Calcioscommesse, fermati in 50

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E’ bufera calcioscommesse, truccati incontri Lega Pro e Serie D con l’aiuto della ‘ndrangheta. Blitz dei carabinieri finiscono in manette oltre 50 addetti ai lavori tra calciatori, manager, presidenti, allenatori, faccendieri e magazzinieri.

Le squadre coinvolte dovrebbero essere circa una trentina. Gli inquirenti hanno scoperto una fitta rete di giocatori, allenatori e dirigenti di società che combinava le partite facendo incassare cifre a tanti zeri agli scommettitori. L’inchiesta trae origine da una cosca calabrese legata alla ‘ndrangheta.  L’accusa  è di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva.

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Il provvedimento di fermo è di circa 1200 pagine. Arresti e perquisizioni in 21 province italiane: Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona.

Tra i destinatari dei fermi risultano anche personaggi stranieri. Per alcuni indagati vengono contestate anche le aggravanti mafiose e transnazionali.

Fra i fermati anche un membro della cosca Iannazzo, potente clan della ‘ndrangheta lametina. Al centro  Lega Pro, decine gli incontri combinati nei due campionati. I club fanno parte di tutti e tre i gironi della ex serie C: nord, centro e sud.

Alcuni di essi sarebbero addirittura impegnati nei playoff per la promozione in serie B e nei playout per rimanere nella categoria anche il prossimo anno; altri ancora invece avrebbero anche una storia calcistica di un certo prestigio.

Coinvolte nel giro di partite truccate sarebbero, tra le altre: Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor-Lametia, Santarcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas; San Severo.

Il lavoro dei magistrati della Procura Antimafia di Catanzaro ha portato alla luce, nel corso di questi mesi, una fitta rete di giocatori, allenatori e dirigenti di società che si è rivelata essere particolarmente attiva in manette è finito anche l’ex presidente del calcio Napoli Mario Moxedano in qualità di proprietario del Neapolis e suo figlio Raffaele che gioca nella formazione calcistica.

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