Mancano poco più di cinque giorni dalla tornata elettorale che designerà il nuovo presidente della Regione Campania. Sono cinque i candidati in lizza e sul tappeto tante questioni purtroppo ancora irrisolte: dal rilancio dell’ex area industriale dell’Italsider di Bagnoli, al mancato sviluppo del porto di Napoli, alle emergenze del lavoro, povertà, sicurezza, assetto idreogeologico, abusivismo edilizio.
Questa è la Campania al voto il 31 maggio: elezioni regionali che, cinque anni dopo, offrono tristemente lo stesso duello tra gli sfidanti principali, Stefano Caldoro, (governatore di centrodestra uscente) e Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno, ex viceministro del governo Letta.
Non mancano tra loro i colpi bassi, le ripicche, le accuse reciproche, gli attacchi polemici. Una campagna elettorale brutta, vuota, distante dai cittadini-elettori e senza programmi monopolizzata dai candidati “impresentabili” ovvero i riciclati condannati, inquisiti, voltagabbana, sott’inchiesta per gravi reati come l’associazione esterna per mafia, corruzione, peculato e perfino per violenza sessuale. Candidati nascosti, agguattati nelle liste d’appoggio: le cosiddette civiche.
Un’ammucchiata dove tutto si tiene e mette insieme il comunista con il fascista, il berlusconiano di ferro con il piddino, il demitiano con il cosentiniano, il camorrista con l’esponente della società civile. Un guazzabuglio, un ginepraio inestricabile, una matassa di nodi a cui il cittadino-elettore guarda con disorientamento, schifo e disgusto. Sembra che l’unica preoccupazione sia quella di rastrellare quanti più voti è possibile.
Ma per la poltrona di Palazzo Santa Lucia corrono anche l’ex parlamentare Salvatore Vozza per Sinistra al lavoro, Valeria Ciarambino, dipendente di Equitalia candidata del Movimento 5 Stelle, e il giornalista Marco Esposito con la lista civica Mo’.
I sondaggi per ora premiano la maggioranza di una minoranza ad appannaggio di De Luca mentre staccato di qualche punto c’è Caldoro. Buone performace per Ciarambino e Esposito.
A pesare sulla consultazione sarà l’astensionismo e il voto disgiunto. Elementi che statisticamente non possono essere “pesati” ma che costituiscono il grande enigma.
Capitolo a parte sarà la governabilità. Se imbarchi chiunque sulla zappera firmando cambiali in bianco alla fine dovrai pur onorarle.