Occupato il palazzo della Confraternita

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E’ la Pasqua del “Giubileo dei poveri” e i poveri hanno bussato con “decisione” a un palazzo disabitato di piazza Miraglia a pochi passi dall’ospedale Vecchio Policlinico e di proprietà delle Confraternite e quindi dell’Arcidiocesi di Napoli. Un gruppo di cittadini : famiglie con bambini, precari e disoccupati in totale emergenza abitativa hanno trovato oggi un tetto occupando l’immobile.

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Il palazzo è della confraternita dei “Servi di Gesù” già ex studentato cattolico, ex sede di uffici del Policlinico e da oltre due anni vuoto e disabitato.

Tra le Confraternite e la Curia, la Chiesa detiene di gran lunga il principale patrimonio privato della città di Napoli, quasi tutto frutto di donazioni vincolate all’utilizzo sociale, ma, malgrado gli appelli espliciti dello stesso Papa Francesco a “usare i conventi per l’accoglienza e non per i profitti”, la gran parte di queste strutture (su cui continuano a non essere pagate tasse) resta vuota o sottoutilizzata a meno che non si mettano in moto occasioni di carattere esclusivamente commerciale o di speculazione immobiliare.

Anche stavolta a quanto pare il progetto su questa struttura è di trasformarla in ennesimo albergo (in una specie di gioco delle tre carte per il tramite di figure passate direttamente dall’Azione Cattolica e dall’Opus Dei all’imprenditoria della ristorazione come Raffaele Iovine e Gianni de Vita). Tutti i tentativi di dialogo e trattativa su risposte possibili alle persone che ora vivono nella struttura sono stati fatti cadere.

Pare che l’unica risposta in linea con una Curia che addirittura vuole intromettersi nella Deputazione di San Gennaro sarebbe al momento la formalizzazione della richiesta di sgombero. Insomma una memorabile dimostrazione di “solidarietà sociale”.

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Le persone che oggi sono entrate nel palazzo di piazza Miraglia esponendo lo striscione “Prima i poveri! Diritto alla casa per tutti e tutte” esprimono il diritto di resistenza dei ceti popolari nei quartieri storici di questa città contro l’assenza di politiche adeguate a garantire il diritto all’abitare dei più deboli e l’irresponsabilità sociale della grande proprietà immobiliare anche quando si ammanta della retorica di ente morale o religioso.

In ogni caso le persone coinvolte non hanno al momento alternativa e sono determinate a resistere perché lottano per la propria vita. E’ tempo di capire la posizione della Curia, della Confraternita e delle Istituzioni.

Campagna per il diritto all’abitare “Magnammece O Pesone”

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