Toni Servillo ha scelto il Trianon Viviani, il teatro pubblico di Forcella, per continuare il suo viaggio tra “i mille volti e le mille contraddizioni di Napoli”.
Sul palcoscenico del teatro del popolo, diretto da Nino D’Angelo, proporra’ Toni Servillo legge Napoli da venerdi’ 23 a domenica 25 febbraio.
La “prima” alle 21. Nel recente impegno al San Carlo con Eternapoli – l’opera di Fabio Vacchi su testo di Giuseppe Montesano – il protagonista del film premio Oscar La grande bellezza ha letto Napoli in una possibile dimensione paradossale che potrebbe vederla s/venduta come un parco tematico.
Ora, quasi a voler scongiurare ulteriormente questa prospettiva, nel teatro del popolo di Forcella Servillo intraprende un viaggio in questa “città dai mille volti e dalle mille contraddizioni nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione, divisa fra l’estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni”.
In questo spettacolo dedicato alla cultura partenopea, l’attore si immerge nella sostanza verbale di poeti e scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene la carne e il cuore. Tra pulsioni e pratiche, carne e sangue, Servillo sostiene la necessita’ perentoria di non rinunciare a una identita’ sedimentata da quattro secoli di letteratura.
Accanto a poemetti ormai considerati fra i grandi classici del Novecento come Lassamme fa’ a Dio di Salvatore di Giacomo e Vincenzo De Pretore di Eduardo De Filippo, ci sono due liriche di Ferdinando Russo, ‘A Madonna d”e mandarine e ‘E sfogliatelle, nonche’ l’attualissima Fravecature di Raffaele Viviani.
Servillo da’ poi voce alla sanguigna e veemente invettiva de ‘A sciaveca di Mimmo Borrelli e alla lingua contemporanea, colta e allusiva di Litoranea di Enzo Moscato, tagliente riflessione sulle contraddizioni e sul degrado di Napoli, che, nel 1991, costituiva il finale di Rasoi, spettacolo-manifesto di Teatri uniti.
Composte per la circostanza sono ‘O vecchio sott’ ‘o ponte di Maurizio De Giovanni, a raccontare l’inumano dolore per la perdita di un figlio, e Sogno napoletano di Giuseppe Montesano, in cui, dichiarata la dimensione onirica, l’apocalisse lascia il passo a un salvifico, auspicato, risveglio delle coscienze. Entrambe si infrangono nella successiva sequenza, aspra e feroce, di Napule, crudo ritratto della citta’ scritto da Mimmo Borrelli.
“I testi che ho scelto – spiega Servillo – fanno emergere una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le battute espressione, gesto, corpo. Poeti e scrittori, testimoni della città nel passato e nel presente, offrono attraverso emblematici scritti il quadro sintetico di una realtà impietosa ai limiti del paradosso… Oltre la lingua il filo rosso che attraversa e unisce la serata e’ il rapporto speciale, caratteristico di tantissima letteratura napoletana, con la morte e con l’aldilà, il commercio intenso e frequente con le anime dei defunti, i santi del paradiso e Dio stesso”.
Lo spettacolo, prodotto da Teatri uniti, sarà in scena venerdì 23 e sabato 24 febbraio, alle 21, e domenica 25 febbraio, alle 18.