Disarmare Napoli, non c’è più tempo La città è disorientata, afflitta e sempre più in preda alle bande di camorra

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L’onda di rabbia, dolore, indignazione, in queste ore difficili e sofferte, travolge Napoli. C’è scoramento, disillusione e senso di sconfitta in chi ogni santo giorno dà il proprio contributo per non far ammainare definitivamente la bandiera della speranza in una città disperata.

Una “creatura”, Noemi, di appena 4 anni, combatte a muso duro la battaglia della vita nel reparto di terapia intensiva pediatrico dell’ospedale Santobono. E’ intubata. E’ stata prima stabilizzata e poi  sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico.

La pallottola vagante che l’ha centrata alla spalla, le ha fatto collassare un polmone. Pochi millimetri e avrebbe fatto esplodere la vena aorta e il cuore.

La nonna le stringeva la mano, la madre era un passo indietro con una amichetta della piccola. Si erano fermate alle giostre del parco comunale di Piazza Nazionale e poi al bar Elite per dissetarsi.

All’uscita si sono ritrovate nell’inferno. Il killer in rapida successione ha esploso – in mezzo alla folla – sei colpi di pistola contro l’obiettivo dell’agguato, il pregiudicato Salvatore Nurcaro, 32 anni, vicino al clan Rinaldi di San Giovanni a Teduccio. L’uomo è stato centrato da quattro pallottole all’addome e alla gola.

E’ in fin di vita. Proiettili esplosi all’impazzata, incuranti del rischio di fare una strage. E’ camorra terroristica. Azioni di tipo militari portate avanti con la logica dell’Isis.

Napoli è sotto assedio. Napoli è in guerra. Napoli è un’emergenza nazionale. Sembra che Napoli non interessi a nessuno. Napoli pare destinata a morire.  La città è in disfacimento, il potere della camorra è diventato anche potere culturale: ampi pezzi di Napoli sono controllati, assoggettati, amministrati, gestiti da famiglie emergenti, organizzate in gruppi predatori, nuovi affluenti dei clan storici.

Bisogna ‘Disarmare Napoli’ e con il pensiero rivolto alla piccola Noemi che combatte insieme a Annalisa, Genny, Fabio, Maikol, Dario, Attilio, Silvia, Gigi, Paolo, Giancarlo, Antonio, Nicola, Luigi e senza dimenticare mai che “Napule è a voce de’ criature che saglie chianu chianu e tu sai ca nun si sulo”.

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