Nel nome di Noemi, rivolta a Napoli contro la camorra La vicenda della bimba colpita nel corso di una sparatoria potrebbe rappresentare un grimaldello contro i clan

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Nella foga dell’agguato, Armando Del Re, incurante di Noemi ferita da un proiettile e implorate a terra di un aiuto, l’ha per ben due volte scavalcata e sfiorata. Disumanità, odio accecante, depravazione e qualcosa di diverso dalla insita logica da guerra.

Avanza e diventa centrale nelle nuove leve delle bande di camorra un disprezzo per la vita. Sono generazioni di bulli che condividono lo stesso senso di morte dei kamikaze dell’Isis, in pratica esuberi umani suggestionati da una epica potenza sanguinolenta.

Più che uno stato fisico e mentale è un disastro sub-culturale. E’ un’ obesità, una goffaggine, una strafottenza esistenziale, un male oscuro, una vita vissuta nella caverna metropolitana, nel buio di una disumanità che non ha pari altrove.

Armando e Antonio sono i figli di Vincenzo Del Re conosciuto con il nomignolo di ‘A Pacchiana attualmente detenuto proprio in un carcere dalle parti di Siena.

‘A Pacchiana è uno storico capo di una piazza di spaccio tra Scampia e Melito. Legato da almeno 20 anni ai narcos del clan dell’ex boss Paolo Di Lauro. Con lui hanno sempre ‘lavorato’ nello smercio della droga anche gli altri fratelli pregiudicati Cristoforo, Roberto e Salvatore.

Questo nucleo familiare ha costruito il proprio sostentamento, rendita, sfera d’influenza, dis-valori, carriera sociale nell’ambito criminale. Napoli include queste persone nel suo ventre.

C’è una ampia zona grigia che viene piegata, assoggettata, condizionata dalla prevaricazione del ceto e di una avanzante elitè criminale che in modo predatorio irrompe e comanda con la forza intimidatrice ed economica.

Negli anni i Del Re hanno accumulato denaro e ricchezze che hanno reinvestito in negozi, esercizi commerciali, appartamenti e attività ricreative attraverso il sistema dei presta-nomi.

C’è un barlume di speranza solo se questa storia, – Noemi, una figlioletta di Napoli – che rischia la vita si trasformi, in una rivolta morale, spirituale e di comportamenti – sul web la gente maledice la camorra e si augura addirittura la morte per i due fratelli – induca il Governo a elaborare progetti di medio, lungo termine per Napoli.

Occorre incidere nelle famiglie, strappare i figli a un destino già scritto, riprendersi le generazioni abbandonate, fornire loro strumenti di bellezza, farli uscire dalle caverne medievali degli usi, costumi e tradizioni della camorra.

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