“Napoli è città crocevia sul Mediterraneo, il mare che è luogo di transiti, di scambi, e talvolta di conflitti e pone una serie di questioni spesso drammatiche”.
Parla Papa Francesco ospite della pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale sulla Collina di Posillipo con il panorama mozzafiato del Vesuvio e la bellezza delle isole del Golfo, segno che il Creatore con i partenopei è stato generoso.
Il discorso del Pontefice a Napoli su “Mediterraneo, vie di fratellanze invece dei muri” acquista un significato maggiore, simbolico e di sostanza.
E’ lo stesso Papa Bergoglio che ad un certo punto percepisce nel capoluogo del Mezzogiorno una atmosfera particolare, evocativa e di empatia e conia la definizione “Mare del meticciato aperto all’incontro” poi non a caso rende l’omaggio a Napoli : “Città non solo di violenza, ma che conserva esempi di Santità e il capolavoro di Caravaggio sulle opere di Misericordia”.

“Penso alla nonviolenza come orizzonte e sapere sul mondo – sottolinea – alla quale la teologia deve guardare come proprio elemento costitutivo. Ci aiutano qui gli scritti e le prassi di Martin Luther King e Lanza del Vasto e di altri ‘artigiani’ di pace”.
Papa Francesco poi rende onore a due illustri studenti : “Ci aiuta e incoraggia la memoria del Beato Giustino Russolillo, che fu studente di questa Facoltà, e di Don Peppino Diana, il giovane parroco ucciso dalla camorra, che pure studiò qui”.
Insomma, il Pontefice proprio da Napoli ritorna sul tema dei migranti mentre da 10 giorni a bordo della Sea Watch restano ‘ostaggio’ 43 profughi causa il mancato lasciapassare del governo all’approdo.
Il Papa chiede una “teologia dell’accoglienza”, in una chiesa che “mette al centro l’evangelizzare : che non vuol dire proselitismo”.
Pier Paolo Milanese
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