È una finestra spalancata sul cortile del voto anticipato. Il 20 luglio è una data cerchiata in rosso sul calendario di Matteo Salvini.
Nell’ipotesi in cui si aprirebbe la crisi di governo e quindi il probabile voto anticipato, le elezioni si terrebbero entro settembre. Circostanza che non si è mai verificata però nella storia della Repubblica ossia tenere una campagna elettorale a ridosso del mese di agosto.
Se l’esecutivo nonostante le turbolenze, le fibrillazioni, i contrasti quotidiani dovesse superare questo stretto sentiero allora nell’eventuale disgregazione della maggioranza si andrebbe alle urne a marzo dell’anno prossimo.
Prima non sarebbe possibile per le incombenze e gli obblighi del bilancio dello Stato con la finanziaria da compilare.
I sondaggi sono tutti dalla parte della Lega. Il Carroccio viaggia al 38 per cento dei consensi, insomma, tra una polemica e l’altra, un braccio di ferro e un tweet roboante sta costruendo una propria autosufficienza.
Una agibilità politica che permetterebbe a Salvini di costruire in prospettiva una nuova alleanza politica.
Non è per nulla casuale l’intensificarsi del rapporto con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Pier Paolo Milanese