Sorprende e spiazza la mossa del cavallo di Matteo Renzi. L’ex segretario del Pd tra i maggiori e duri oppositori del Movimento 5 Stelle, anche per gli attacchi subiti sul piano giudiziario e personale nella vicenda che ha visto coinvolti i genitori dell’ex segretario, apre ai nemici giurati dei grillini.
Un contropiede che ha colto di sorpresa e disorientato il Pd e il suo segretario Nicola Zingaretti. Quello dell’interesse di Renzi verso il Movimento 5 Stelle non è nuovo.
Il primo approccio inclusivo è datato luglio di 5 anni fa. Tra il clamore e lo scetticismo l’ex premier aprì un tavolo di confronto proprio con i 5 Stelle sulla legge elettorale.
Il summit fu costruito a colpi di lettere e preceduto dalle polemiche sulla diretta streaming imposta dai grillini. Sembrano passati secoli. Ma con il trascorrere delle ore cominciano a venire a galla indiscrezioni e retroscena del perché Renzi in modo così repentino abbia cambiato a 360 gradi posizione.
Non un anno fa ma pochi giorni fa le dichiarazione del senatore Renzi erano di totale avversione e conti aperti con Luigi Di Maio e Beppe Grillo.
All’improvviso la folgorazione. Sembra essere tornati di botto proprio al luglio del 2014. Strano molto strano. E c’è qualcuno che non crede all’improvvisa conversione del furbo Renzi e neppure al discorso del salvare l’Italia.
Chi conosce il personaggio giura che il toscanaccio stia giocando una sua personale partita. C’è una oggettiva difficoltà dei 5 Stelle che sono stati impallinati da Matteo Salvini.
Non solo il segretario della Lega ha imposto la sua agenda ai pentastellati ma a pochi giorni dall’approvazione del decreto sicurezza bis e della bocciatura della mozione No Tav ha staccato la spina infliggendo una dura sconfitta politica.
C’è chi sostiene che Renzi è entrato a gamba tesa con la proposta choc di un governo istituzionale – lui che aveva criticato poche settimane fa l’uscita di Dario Franceschini che invitava il Pd a un dialogo con Luigi Di Maio – solo per una segreta strategia che sta perseguendo. Renzi solo apparentemente sembra aver cambiato idea sull’affidabilità dei grillini.
C’è chi attribuisce all’ex premier la voglia di evitare ad ogni costo che Nicola Zingaretti vada al voto e cancelli con propri candidati la sua presenza ed egemonia nei gruppi parlamentari.
Qualcuno ipotizza addirittura che l’ex premier voglia prendere tempo per organizzare una scissione dal Pd e andare alle urne con un suo nuovo partito.
Insomma, i 5 Stelle che hanno l’urgente bisogno di continuare la legislatura e mettere in sicurezza il Movimento, appoggerebbero indirettamente il progetto del nemico giurato Matteo Renzi.
Pier Paolo Milanese