CLAMOROSO. E se Matteo Salvini tornasse su suoi passi?

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L’agenda istituzionale è fitta. Il 20 agosto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte andrà al Senato per delle comunicazione urgenti.

Comunicazioni par di capire che non sono accompagnate, nell’ordine del giorno, da alcun riferimento alla mozione di sfiducia leghista.

Stessa cosa farà il giorno successivo alla Camera mentre il 22 è prevista la quarta lettura della riforma costituzionale del taglio di 345 parlamentari a cui la Lega ha detto di votare a favore. Impegni solenni sulla carta.

Occorre capire se il governo riesca a restare in piedi perché il premier Conte venga sfiduciato nelle intenzioni della Lega è un fatto noto a tutti.

La fine dell’avventura dell’avvocato del popolo la decreterà lo stesso Salvini che ha sottolineato: “Il 20 agosto sfiduceremo il premier” e poi “no a giochini di palazzo o governi strani”, ammonisce Salvini.

Però il proponimento fa a cazzotti con la sua disponibilità nel votare la riforma costituzionale. Insomma, per rispettare la parola data dovrebbe ritirare la mozione di sfiducia al presidente del consiglio e quindi riconoscergli politicamente la fiducia.

Il ‘capitano’ sembra isolato. Perché nell’ombra si lavora alla costruzione di una maggioranza alternativa. Contro Salvini c’è Pd e Leu, oltre al risentimento di Forza Italia per un’eventuale lista elettorale unica che rischia di rovinare definitivamente il partito di Silvio Berlusconi.

Se sfiducia deve essere, “allora perché continua a rimanere incollato alla poltrona?”, gli chiede il M5S sul suo blog.

Nel frattempo continua il lavoro di tessitura attorno al M5S in particolare di un rinato Matteo Renzi che ha nei fatti tolto il pallino delle operazioni al segretario dem Nicola Zingaretti e che in questa fase esce molto indebolito.

Un rebus complicato che potrebbe avere una soluzione clamorosa: E se Salvini tornasse sui suoi passi? Pare non sia un caso se i ministri e sottosegretari leghisti siano finora al loro posto.

Salvini ha forzato la mano e si è reso forse conto che la sua ‘mossa del cavallo’ non condurrà per niente a nuove elezioni. L’apertura dei grillini addirittura al Pd non solo ha ridato smalto ai Pentastellati ma soprattutto ridimensionato il potere contrattuale di Salvini.

A quel punto si ragiona in un contesto di politica liquida, di abiure, di continue fughe dalla responsabilità e dalla realtà, insomma, il passo del gambero di Salvini non sarebbe uno scandalo.

Far finta di nulla, a limite dire da quest’esperienza traumatica riformuliano il contratto di governo e ritroviamo insieme le ragioni dell’esecutivo con qualche ritocco della squadra.

Pier Paolo Milanese

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