Si lavora pancia a terra. Tutto potrebbe ancora accadere. Anche una clamorosa riconciliazione tra Movimento 5 Stelle e Lega.
La pecorella smarrita Matteo Salvini torna all’ovile e il ‘governo del cambiamento’ rimette in moto i motori forse mutando il contratto dell’alleanza e dando vita a un mini rimpasto nell’esecutivo a trazione più che mai grillina.

Uno scenario improbabile visto i rapporti compromessi tra leghisti e pentastellati.
Nel frattempo in modo segreto si lavora a quello che fino alla settimana scorsa era solo fantascienza politica: un nuovo governo targato M5S, Pd, Leu e gruppo misto.
A rompere gli indugi – chi l’avrebbe mai detto – è stato l’ex premier Matteo Renzi che nei fatti è il playmaker del nuovo scenario politico.
Mentre il segretario Nicola Zingaretti tace e subisce la rispolverata leadership renziana, i gruppi parlamentari dem dipendono e rispondono in assoluto all’ex premier – il grande tessitore della ‘strana’ alleanza è l’ex ministro delle Infrastrutture e Lavori pubblici Graziano Delrio.
La domanda adesso sorge spontanea: ma Delrio è lo stesso che i grillini accusarono di essere il responsabile politico del crollo del Ponte Morandi?

Lo stesso che fu accusato di non aver vigilato sulla concessionaria dello Stato? Addirittura qualcuno dei pentastellati – quelli del sospetto come anticamera della verità – cacciò dagli archivi grillini il sospetto che Delrio quando era stato a lungo sindaco di Reggio Emilia stranamente non si era accorto dell’espansione della n’drangheta.
Una polemica dura, frontale, violenta. Erano altri tempi appena 12 mesi fa. Il governo penta-stellato era forte. I consensi schizzavano e il Movimento 5 Stelle supera addirittura la percentuale uscita dalle urne.
Ora è tutta un’altra storia. Governo a pezzi, alleanza distrutta, il M5S poco credibile e il consenso più che dimezzato. Un disastro che consiglia la ‘solita’ formattazione.
Giusto, insomma, che l’ex ministro del governo Gentiloni porti avanti le ‘consultazioni’ per quadrare il cerchio dell’inedita coalizione.
L’ex sindaco di Reggio Emilia è molto attivo e dialoga h24 con lo stato maggiore dei Pentastellati.

Il ‘si’ del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci potrebbe essere solo e se la nuova ipotetica maggioranza in Parlamento appare autorevole e coesa, con un programma di legislatura ambizioso e pragmatico con una forte impronta Ue e con un rigoroso impegno nel rimettere i conti in ordine.
Delrio nella sua agenda ha due punti che per i grillini sono irrinunciabili : il salario minimo e il reddito di cittadinanza.
Provvedimenti giusti in linea di principio ma non mancano “luci e ombre”. Sullo sfondo c’è poi Matteo Salvini che è in pausa di riflessione. Ha capito che si è lasciato andare ed ha fatto la pipì fuori dal vaso.
Ora è terrorizzato dall’idea dell’accordo inaspettato tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle con un destino segnato : finire con la sua Lega all’opposizione per ben 4 anni e non possedere più visibilità e l’importanza di essere parte dell’esecutivo.
Giulia Rosati
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