Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dà le ultime limate al discorso che terrà il 20 e il 21 al Senato e alla Camera.
Il dato è tratto e il premier va dritto per la propria strada: chiederà il voto di fiducia e si dimetterà. Conte è intransigente.

Non vuol più sentir parlare di Matteo Salvini e della Lega. È rottura totale e il mite Conte, l’uomo dell’eterna mediazione, agisce a muso duro.
Indietro non si torna. La misura è colma e non si scherza sulla pelle del Paese. Giuseppe Conte gode di un grande consenso nel Paese.
È percepito davvero uno fuori dai giochi e non legato alla politica in modo tradizionale. Un garante alla stregua del ruolo del Presidente della Repubblica.
E forse sono in tanti a scommettere che proprio Conte potrebbe aspirare tra un paio di anni alla carica di Capo dello Stato. In passato pronunciando un discorso alla Camera, l’attuale premier in scadenza fu colpo da un lapsus autonominandosi presidente della Repubblica.
Insomma, il premier ha un ventaglio di potenziali scelte : si parla di un nuovo incarico a Palazzo Chigi come di una sua probabile nomina a commissario Ue per l’Italia.
Anche se per dirla tutta il Pd non lo vuole più a capo del governo come non vuole tutti i ministri Pentastellati per “dimostrare una forte discontinuità” con l’esecutivo giallo-verde.
Pier Paolo Milanese
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