Ritorna l’incubo di Chernobyl in Russia. Ricoveri in ospedale per malessere e i medici non hanno dubbi si tratta di radiazioni nucleari. Scattano i controlli e una intera zona è contaminata.
All’ospedale regionale di Arkhangelsk giungono tre feriti gravi: sono nudi e avvolti in teli di plastica traslucida.

I medici capiscono subito che c’è qualcosa di strano ma, fedeli al giuramento di Ippocrate, si affannano per salvare loro la vita. È accaduto qualcosa al poligono militare di Severodvinsk.
Le bocche sono cucite e le autorità si chiudono a riccio.
“Nessuno – né i direttori dell’ospedale, né i funzionari del ministero della Sanità, né quelli regionali o il governatore – hanno informato il personale che i pazienti erano radioattivi”, racconta uno dei chirurghi della clinica al Moscow Times, al quotidiano in lingua inglese di Mosca che ha ricostruito la vicenda.

È proprio il giornale a denunciare i fatti e quindi l’incidente nucleare. Il quotidiano precisa che nessuna delle sue fonti ha lavorato direttamente con i pazienti in questione ma tutti hanno partecipato a un briefing in ospedale il 12 agosto scorso, alla presenza di un viceministro della Sanità del governo regionale di Arkhangelsk.
Trapela che a Severodvinsk era andato male un test missilistico a propulsione nucleare, le autorità hanno offerto alla staff dell’ospedale di sottoporsi a esami approfonditi a Mosca: circa sessanta persone hanno accettato.
A uno dei dottori è stato trovato il Cesio-137 (un isotopo radioattivo che è un sottoprodotto della fissione nucleare dell’uranio-235) nel tessuto muscolare. L’informazione è stata smentita a stretto giro dal ministero della Sanità.
Nel comunicato si ammette però che l’Agenzia Federale Biomedica Russa (FMBA) “ha esaminato 91 medici dell’ospedale regionale di Arkhangelsk in seguito all’incidente dell’8 agosto a Severodvinsk”.
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