L’astuto piano perseguito da Matteo Renzi che risponde a una chiara, precisa strategia machiavelliana: l’infilarsi nelle contraddizioni dell’alleanza penta-leghista è riuscita alla perfezione.
L’ex premier ha agito da unico e solo protagonista. Il fuoriclasse Renzi ha offuscato gli sforzi, i sacrifici, il duro lavoro condotto dal segretario dem Nizola Zingaretti di pacificare il partito e riaccreditarlo.

All’interno del Partito democratico ora regna il caos più totale. Anche le certezze incerte sembrano non reggere più. Cominciano i distinguo, le prese di distanza e i mal di pancia.
A sbottare contro l’iniziativa del ex segretario dem e della prospettiva di andare al governo proprio con i 5 Stelle è Carlo Calenda che a muso duro minaccia: “Se i dem dialogano con M5s e addirittura si preparano per governarci 4 anni, vado via e fonderò un nuovo partito”.
Il neo europarlamentare dem si sente preso in giro. Il contropiede di Renzi è stata una freccia avvelenata scoccata all’interno del Pd.
Fu proprio Renzi intervenendo a gamba testa alla trasmissione ‘Che Tempo che fa’ di Fabio Fazio a dettare la linea del Pd quando cominciarono le consultazioni per la formazione del nuovo governo poi trasformatosi in alleanza Giallo-Verde.

In diretta tv non usò tanti giri di parole: “Nessuno accordo politico con il M5S. Resteremo all’opposizione”.
Parole di fuoco che nei fatti stopparono le aperture al dialogo perseguite da Zingaretti. Trascorrono pochi mesi ed ecco che Renzi capovolge il tavolo e fa il tifo , invece, per una alleanza ambiziosa con i Pentastellati da parte del Pd.
Calenda non ci sta. L’ex ministro alla sviluppo economico s’infervora e avverte: “A quel punto sarà inevitabile lavorare a una nuova forza politica che rappresenti quel mondo orfano”.
“Una forza – specifica – non alleata con il Pd, perché il Pd avrà perso ogni credibilità rispetto alle istanze dell’Italia seria, quella che lavora, studia e produce”.
Il ragionamento di Calenda parte dalla semplice constatazione : “Occorre costruire un’offerta per i cittadini preoccupati dall’evidenza che nella prossima legislatura, in caso di elezioni, ci sarà un blocco M5s-Pd contrapposto a una destra estremista”.
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