Non esiste più l’alleanza Giallo-Verde. Poco meno di 24 ore e l’esperienza del ‘governo del cambiamento’ sarà archiviata.
Le probabili dimissioni del premier Giuseppe Conte – dopo aver effettuato, domani al Senato, le comunicazioni istituzionali – sono ormai date per scontato.
‘L’avvocato del popolo’ salirà al Colle e consegnerà il suo mandato nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il capo del Quirinale prenderà atto della situazione e avvierà le consultazioni per poi affidare l’incarico esplorativo a una personalità di prestigio che possa essere i garante di una nuova maggioranza e di un nuovo governo.
Il dado è tratto.
È chiaro che la grande partita la gioca il Movimento 5 Stelle, formazione che alle ultime elezioni ha totalizzato il 32 per cento dei voti. Il ‘Gabinetto di guerra’ dei 5 Stelle si è riunito nella villa di Beppe Grillo. Un summit ai massimi livelli con tutti i pezzi da 90 del Movimento.
Alla fine della riunione, univocamente i Pentastellati hanno chiuso definitivamente il portone in faccia a Matteo Salvini. Il capo del Carroccio è stato bollato come ‘inaffidabile’ e ‘irresponsabile’.
Spezzare l’alleanza giallo-verde, far precipitare il Paese in una crisi profonda, mettere a rischio i conti e creare le premesse per un aumento dell’Iva hanno fatto arrivare la misura all’orlo.
È il punto di non ritorno. Il rapporto fiduciario si è chiuso definitivamente. La Lega è ufficialmente all’opposizione. Ma Salvini resiste. Non si è dimesso da ministro, né da vicepremier così anche gli altri leghisti al governo.
Allora domani Conte che per 15 mesi ha incassato e subito in silenzio le peripezie, i capricci e le pressioni di Salvini, andrà a dimettersi così dal far decadere tutte le cariche istituzionali.
E nonostante la giravolta ed i segnali di riconciliazione avanzati da un irrequieto Salvini, i 5 Stelle mostrano durezza e una volontà granitica di lasciare al proprio destino l’ex alleato.
Pier Paolo Milanese