“Mi tengo stretta la mia Lega, piccola, arcigna e libera. La Lega non è in vendita. Le poltrone ci servono finché riusciamo a fare le cose. Altrimenti in 15 secondi i ministri della Lega si alzano e se ne vanno. O si governa o si vota”.
Parole chiare e che non ammettono tentennamenti. Matteo Salvini non si tira indietro e nel corso del comizio alla festa della Lega a Marina di Massa dice la sua.

“Noi siamo disposti a lasciare le poltrone per combattere per l’Italia che ci sarà fra vent’anni” – sottolinea il capi del Carroccio – e poi lancia un allarme-appello: “Tenete il telefono acceso perché ci sarà da difendere l’Italia, la libertà e la democrazia ci saremo”.
Una pausa e la riflessione: “Siamo maggioranza nel paese e potremmo essere minoranza al governo. Non potrei mai fare a cambio, lasciamo che siano italiani a decidere chi governa e non quattro poltronari”.
Il ministro dell’Interno in procinto di dimettersi lancia palle incatenate contro l’ex alleato: “Se c’è il tradimento nel nome delle poltrone, la Lega allora non perdona”. E poi : “Non ho fatto la crisi per opportunismo, perché ancora dei no pesanti non erano arrivati. Ma con i no non si va da nessuna parte”.

Una uscita che solleva come sempre, un vespaio di polemiche e se dal Pd accusano il capo del Viminale di bere troppi mojito c’è chi come Matteo Renzi scrive in un post : “Salvini dice che è tutta colpa mia. Io non so alla fine se si dimetterà per colpa dei renziani, come dice lui. Ma se accadesse lo riterrei un grande onore”.
L’ex premier si fa più pungente: “Un Ministro dell’Interno deve garantire la sicurezza, non seminare l’odio, come lui sta facendo anche in queste ore. E più mi attacca, più mi rende orgoglioso di aver messo la faccia su una battaglia difficile e coraggiosa contro l’uomo che fino a una settimana fa tutti definivano invincibile. Ma che tutti abbiamo scoperto essere solo un uomo pavido e impaurito”.
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