Sguardo fisso, espressione del volto teso, ghigno che denota paura. Il volto di Luigi Di Maio è una maschera al Senato.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – in alcuni passaggi – sembra parlare a suocera, Matteo Salvini, per far intendere alla nuora, Luigi Di Maio.
Il Premier nelle sue comunicazione si toglie molti sassolini dalle scarpe. Non risparmia neppure i parlamentari del Movimento 5 Stelle invitandoli ad imparare e fare esperienza di Aula, il riferimento e quando lo stesso Conte interveniva sul caso Russia e parte dei senatori grillini lasciarono Palazzo Madama.
Conte ha mostrato carisma, precisione, competenza e sostanza politica e giuridica. Il suo personale gradimento cresce nel Paese e si fa largo una pazza idea: e se fosse Conte il leader giusto per guidare il Movimento 5 Stelle? La stella di Luigi Di Maio è da tempo una stella cadente. Se Matteo Salvini è responsabile del disastro, lo è alla stessa maniera anche Di Maio.
Raccontano i resoconti giornalistici che nel corso del summit a casa di Beppe Grillo e alla presenza di Davide Casaleggio, il giovane leader sia stato messo sott’accusa. Troppi passi falsi, troppe incertezze e idee confuse, troppe giravolte e assenza totale di iniziativa e azioni politiche.
Insomma, non è un caso se all’assemblea dei deputati pentastellati di stasera manchi proprio Di Maio. Le polemiche interne ai 5 Stelle, infuriano.
Se il Movimento ha dimezzato il suo consenso in meno di 14 mesi significa che l’attuale vertice non è all’altezza della sfida.
Giuseppe Conte potrebbe essere il padre nobile dei Pentastellati, un uomo dalla caratura istituzionale che riesce ad intercettare un consenso ampio e dialogare con tutto l’arco costituzionale e lo sguardo proteso in Europa.
I 5 Stelle hanno poco tempo davanti. Se non ci saranno segnali di cambiamento inequivocabili, i pentastellati rischiano di scomparire elettoralmente. Allora ecco che avanza e si afferma l’idea di un Conte a capo politico dei 5 Stelle con la benedizione di Grillo e Casaleggio.
Ar.Ca.