Il cranio del ‘brigante’ Giuseppe Villella probabilmente un semplice detenuto resterà al museo Lombroso di Torino.
Lo ha deciso la Corte di Cassazione con una sentenza e ribadendo quanto aveva già stabilito la corte d’appello di Catanzaro, e cioè che non sono legittime le richieste del comitato ‘No Lombroso’ e dell’amministrazione comunale di Motta Santa Lucia.
Il paese calabrese che diede i natali al brigante sul cui cadavere Cesare Lombroso basò le sue teorie sull’innatismo ne aveva reclamato i resti per dare una degna sepoltura.
Si conclude la lunga querelle tra l’Università di Torino, che gestisce il Museo di antropologia criminale piemontese, e gli attivisti calabresi.
Teorie sbagliate, come si può scoprire visitando appunto il museo Lombroso, ma che secondo gli attivisti non giustificavano la presenza del cranio a Torino e soprattutto la sua esposizione.
Le richieste di restituire il reperto e dargli sepoltura non sono legittime perché prevale l’interesse scientifico che le teorie, seppur superate, continuano ad avere.