C’è chi paragona Giuseppe Conte addirittura a Sandro Pertini.
C’è chi lo vorrebbe Presidente della Repubblica e chi alla guida del Movimento 5 Stelle e candidato premier.
Sta di fatto che da burattino, da nominato e da notaio-esecutore delle volontà dei due giovani vicepremier, Conte in 15 mesi ha dimostrato di avere personalità, furbizia e bravura. Ora sembrano che tutti siano pazzi dell’avvocato del popolo. Non tutti però.
Al Senato, Emma Bonino, non ha partecipato al processo di beatificazione politica di Conte. L’esponente di + Europa ha indirizzato verso i premier un duro atta d’accusa.

“Le dissociazioni postume da un ministro di cui si è coperto, fino a ieri, di ogni scelta,di ogni atto, di ogni decreto, di ogni comportamento, queste dissociazioni postume mi sembrano un po’ troppo comode” – attacca – .
“Nella mia esperienza parlamentare è difficilmente esistito un governo di cui io mi sia sentita così estranea” – sottolinea – “Le due forze che hanno espresso tale esecutivo sono state e sono le manifestazioni delle stesse ostilità, del non rispetto delle regole della democrazia liberale e dello Stato di diritto”.

Poi la bordata della Bonino: “Può darsi che pensassero diverso M5S e Lega ma hanno agito identicamente in solido e in solidarietà”.
“Perciò le dissociazioni postume non sono gran ché convincenti, sembrano un po’ troppo comode”.
E concludere l’esponente di + Europa : “A me questa improvvisa deferenza a Mattarella sembra nascondere in sintesi questo: ‘abbiamo combinato in questi 15 mesi un gran pasticcio. Presidente ci aiuti lei’. Quello che è certo, è che il Governo della demagogia è arrivato al capolinea e mi auguro che in questa legislatura non ne parta un altro della stessa natura”.
Giulia Rosati
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