Sono cinque punti che il segretario dei dem Nicola Zingaretti ha indicato nella relazione alla Direzione del Pd per l’apertura di una eventualmente e obbligata trattativa con il Movimento 5 Stelle e la nascita di un nuovo governo.
Distinguo politici, chiarezza e l’ammissione da parte dei 5 Stelle di 14 mesi di governo mediocre che hanno fatto ripiombare il Paese in una situazione grave, insomma, discontinuità totale.
Rispetto all’ex premier Matteo Renzi gran cerimoniere del possibile accordo con i Pentastellati, Zingaretti ha messo in campo la forza del Partito democratico del nuovo corso.
Un Pd che non sta con il cappello in mano a chiedere l’elemosina, ha una propria forza viva e più che altro non teme le urne.
Zingaretti ha quindi messo nero su bianco 5 punti. “Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori,con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”.
Sono pregiudiziali fondamentali senza le quali qualsiasi dialogo è precluso.
Il segretario Dem ha ricevuto il mandato a aprire una trattativa per verificare la possibilità di “un governo di svolta per la legislatura”, in “discontinuità” col precedente. Il documento è stato approvato per acclamazione all’unanimità.
Pier Paolo Milanese
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