Sarà anche una medaglia come dice uno stizzito Matteo Salvini sta di fatto che il suo nome compare tra gli indagati per diffamazione nei confronti di Carola Rackete, la capitana che condusse la ‘Sea Watch’ nel porto di Lampedusa con i profughi a bordo infrangendo le norme del decreto sicurezza.
Più volte il capo del Carroccio nel suo ruolo istituzionale di Ministro dell’Interno comiziando dipinse la giovane tedesca con coloriti epiteti.
Adesso la Procura di Roma ha proceduto all’iscrizione del suo nome nella lista degli indagati e ha inviato gli atti a Milano, dove l’ex ministro ha la sua residenza, per competenza territoriale.
Matteo Salvini è indagato per diffamazione dopo la denuncia presentata a luglio dalla stessa Rackete.

Il fascicolo è stato aperto qualche settimana fa. Nella denuncia, in cui tra l’altro si chiedeva il sequestro degli account social di Matteo Salvini, erano riportati alcuni post dell’ex ministro e alcuni commenti di utenti contro la Rackete in relazione alle polemiche legate allo sbarco di alcuni migranti avvenuto a giugno a Lampedusa.
La reazione del leader della Lega non si è fatta attendere: “Denunciato da una comunista tedesca, traghettatrice di immigrati, che ha speronato una motovedetta della Finanza: per me è una medaglia! Io non mollo, mai”.
Così su facebook l’ex ministro del’Interno commenta l’indagine. Si apprende che nella denuncia, tra l’altro, i legali di Carola, oltre alla diffamazione, avevano ipotizzato anche il reato di istigazione a delinquere.

“Lungi dall’essere manifestazioni di un legittimo diritto di critica, sono state aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti” – scrice Rackete nella querela-denuncia.
Carola cita le espressioni offensive dell’allora ministro: “sbruffoncella”, “fuorilegge”, “delinquente”, autrice di un atto “criminale”, responsabile di un tentato omicidio in quanto “avrei provato a ammazzare cinque militari italiani”, “complice dei trafficanti di esseri umani”.
Giulia Rosati
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