Volevano anche lo sconto di pena. Forse anche la possibilità di usufruire di permessi a sbafo come Ciro U., gli assassini di Francesco della Corte, il vigilante ucciso un anno fa all’esterno della metropolitana di Piscinola nel tentativo di sottargli la pistola di ordinanza.
La sentenza è stata letta nel tardo pomeriggio. Il verdetto della Corte d’Appello dei minori segue il Primo grado: confermate tutte le condanne a 16 anni e mezzo per i tre imputati.
È stata la pg Anna Grillo a chiedere la conferma della pena inflitta dal primo grado.
Un clima di tensione si è respirato nell’aula del tribunale, la pubblicazione delle foto della festa di compleanno di Ciro U, la notizia che in 12 mesi ha usufruito di 5 permessi sostenendo anche un provino in una squadra di calcio, ha portato i nervi a fior di pelle.
In aula c’erano anche Marta e Giuseppe Della Corte, i figli della vittima che in questi giorni hanno condannato senza se e senza ma la concessione dei permessi.
Tante polemiche che hanno indotto l’interento del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con l’invio degli ispettori al carcere minorile di Airola.
La festa a sorpresa organizzata per i 18 anni di Ciro U., palloncini, torte e dolcetti con parenti, fidanzatina e amici davvero è stato un vero e proprio pugno nello stomaco.
Ora con il verdetto d’Appello e la conferma della condanna si spera che i permessi almeno per un bel po’ non vengano concessi.
Chi si è macchiato di un delitto così atroce è giusto che se ne assuma la responsabilità e resti in carcere a riflettere.
Solo così con la presa di coscienza potrà intraprendere un percorso di recupero e reinserimento nella società. Il tempo non manca.
Arnaldo Capezzuto