Luigi Di Maio, un miracolato, un reduce del primo governo Conte, un salvato nonostante i disastri della doppia esperienza al Lavoro e allo Sviluppo economico, invece, d’imparare il nuovo mestiere generosamente concessogli di fare il ministro dell’Estero, interviene, entra nel merito, alza e abbassa il pollice, fa e disfa, approva e disapprova.
È stato il premier Giuseppe Conte ad annunciare di predere in considerazione alcune proposte strategiche come l’introduzione di un piccolo ticket per drenare risorse economiche da investure altrove vedi scuola, istruzione.
E Di Maio con le tante questioni in giro per il mondo aperte dove il nostro Paese non ha presenza politica, trova il tempo per scrivere un post dove boccia l’ipotesi di nuove tasse e sovraintende le azioni del presidente del Consiglio.
“Nuovi balzelli? Priorità del governo sia giù le tasse” – scrive – “Fermi tutti. Noi abbiamo come obiettivo quello di abbassare le tasse, non di aumentarle. È totalmente sbagliato scatenare un dibattito ogni giorno per parlare di nuovi balzelli”.
E aggiunge: “Sull’ambiente, un governo degno di questo nome premia chi non inquina e disincentiva chi se ne frega. Ma tutto deve prevedere una transizione su un arco temporale di anni”.
Poi l’avvertimento di Di Maio: “Se questo governo esiste, è perché lo sostiene il M5S. Lavoreremo al Def per permettere agli italiani un 2020 migliore. Questo è il nostro obiettivo ed è così che vogliamo andare avanti”. Così su Facebook Luigi Di Maio.
Pier Paolo Milanese