Luigi Di Maio dimostra la sua grande immaturita politica. Nel mirino c’è il premier Giuseppe Conte, ovvero quel politico che in pochi mesi è riuscito a conquistare una grande reputazione nel Paese e stabilizzare il mondo grillino.
Alla festa nazionale Italia 5 Stelle Di Maio soffriva una sorta di soggezione al cospetto di Conte. Il corpo parla e quello di Di Maio evidenziava gelosia, rabbia, frustrazione. Non è un bello spettacolo.
Il capo politico delegittimato dei 5 Stelle mette i bastoni tra i piedi del presidente del Consiglio in un passaggio delicatissimo d’avvio del nuovo governo. Una tenaglia inaspettata per recuperare forse consenso personale e avere visibilità.
Le pretese di Di Maio di intervenire sulla legge di Bilancio, l’ordine di riportarla in Conisglio dei ministri è inaspettata e violenta. Conte in poche parole l’ha mandato a quel paese.Ma la preoccupazione è forte : piazza San Giovanni brulicava di italiani oltre 300 mila che hanno acclamato Matteo Salvini e la sua Lega.
Questo Governo e le buone pratiche sono l’ultima possibilità per rimettere sui binari il Paese che deraglia. Di Maio questo non l’ha capito.
Il suo Movimento 5 Stelle dopo aver perso oltre 6milioni di voti è destinato, visto come vanno le cose, ad arrivare al prefisso telefonico. Occorre più che mai un cambio di leadership. Conte è l’unica alternativa credibile per non perdere e disperdere un patrimonio fatto di partecipazione, iniziative e voglia di cambiare il Paese.
Il Governo è in fibrillazione per i capricci di un politico in cerca d’autori e dopo aver incassato la insperata visibilità Di Maio a fine giochino dirà che tutto è rietrato, che ora le cose vanno bene e che il Governo è ancora più forte.
Trucchi infantili e comportamenti poco dignitosi per chi ha responsabilità di governo. Bene ha fatto il taciturno Nicola Zingaretti, segretario del Pd che di fronte alle parole di Di Maio e le stoccate di Matteo Renzi ha detto : “Non fa solo effetto, fa male, noi saremo molto responsabili e diciamo agli alleati che si può andare avanti ma nessuno ricominci a mettere bandierine su identità, perché gli italiani sono stanchi e non sono dei coglioni. Bisogna mantenere le parole sennò si arrabbiano e ci sarà una rivolta”.
Il segretario dem è intervenuto a ‘Non è l’arena’ su La7. E all’alleato Di Maio ha poi rincarato la dose.
“Questa legge di bilancio è stata votata in Cdm da tutti i partiti, sono stati fatti gli emendamenti e si è approvata. Se in questo governo qualcuno si illude che facendo il furbo un giorno dice sì e poi il giorno dopo fa polemica l’interesse ad andare avanti viene meno. Non accetto un gioco a chi la spara più grande”.
“Nei quindici mesi precedenti – continua Zingaretti – sono stati bruciati per la non credibilità del governo precedente 20 miliardi di euro di interessi bancari sul debito. Quando è cambiato il Governo lo spread è calato. Non ricominciamo con gli sgambetti. In un governo solo per occupare le poltrone non ci rimango”.