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Le posizioni sembrano inconciliabili. È rottura totale tra il vecchio leader Silvio Berlusconi e la sua creatura politica Mara Carfagna. In Forza Italia sembra essersi giunti alla resa dei conti.
L’ex cavaliere è sempre più padrone e aguzzino della sua Forza Italia e che pare ormai destinata a soccomebre con il suo fondatore.
Insomma, dopo l’ex premier nessuno potrà mettersi al comando degli azzurri. Non alzarsi in aula, come ha fatto il centrodestra, ad applaudire la senatrice a vita Liliana Segre, una donna sopravvissuta alla Shoa, sembra la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Chi le è accanto giura che Mara è determinata e vuole andare fino in fondo anche dimettendosi da tutti gli incarichi e uscire da Forza Italia.
Il non alzarsi di fronte alla Segre è un atto vile e va contro i valori fondanti di Forza Italia e fa diventare la Lega di Matteo Salvini e FdI di Giorgia Meloni egemoni culturalmente.
Si poteva anche votare con l’astensione per l’introduzione della commissione sui fenomeni xenofobi ma non omaggiare una sopravvissuta ai lager e una tra le ultime testimoni viventi nel mondo dell’orrore dell’olocausto è una infamia, un punto di non ritorno, un errore gravissimo.
Ma soprattutto, Berlusconi è durissimo con Mara Carfagna, pur non nominandola: “Mi aspetto che nel movimento che ho fondato nessuno si permetta di avanzare dubbi sul nostro impegno affianco a Israele e contro l’anti-semitismo. I distinguo avanzati ai soli fini di alimentare sterili polemiche favoriscono chi vorrebbe dipingerci come quello che non siamo e che addirittura ci fa orrore”.
L’ex cavaliere osserva la Carfagna e rivede film già visti : Fini, Fitto, Alfano e Toti e non a caso chiosa: “Mara sta facendo come Fini, ora basta”. E ancora: “Le discussioni non si fanno a colpi di agenzie di stampa. Se qualcuno invece vuole seguire strade già percorse da altri ne ha la libertà ma senza danneggiare ulteriormente Forza Italia”.
Giulia Rosati
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