Mettici un po’ di grafica accantivante, un titolo roboante e una presentazione nella sala stampa della Camera. Signori e signori ecco a voi : i ‘Team del futuro’ targati Movimento 5 Stelle.
Lo scappellamento – badate bene – può essere sia a destra che a sinistra, visto che i grillini sono post-ideologici. Che cosa è ed a cosa servono questi ‘Team del futuro’ non si sa bene.
Per ora si comprende che è una articolazione interna allo stesso tempestoso Movimento 5 Stelle che cerca di darsi una organizzazione, valorizzando i quadri intermedi e coinvolgendo i portavoce parlamentari, regionali e comunali. Costruire un collegamento tra gli eletti, i temi e i territori con gli attivisti.
Sembra il canto del cigno. Il vento non soffia più. Il Movimento 5 Stelle è finito politicamete schiacciato tra incongruenze, contraddizioni, gimkane, polemiche e inadeguatezze.
Ora come accade con la vecchia politica, attaccati al tubo del gas, i Pentastellati attraverso una operazione interna di maquillage tentano di darsi una missione, rinsaldare le fila e ignorare l’immanenza della realtà che li vede non più una novità, una speranza di cambiamento, ma una pattuglia di apprendisti politici logorati e senza né arte né parte.
Negli anni passati ai tempi del vaffa-day, della campagna referendaria, delle vuote denunce a botta di slogan riempivano le piazze, ora si nascondono e tentato una mano di vernice sopra una carrozzerie ammaccata dai tanti tozza tozza di una guida non spericolata ma improvvisata da chi neppure detiene la patente.
Il quadro è triste, assai. Mentre le ‘sardine’ occupano anche lo spazio politico un tempo dei grillini, i 5 Stelle si stanno sgretolando. Gli stessi componenti dei ‘Team del futuro’ non si capisce chi li propone, chi li sceglie, chi li nomina. Un mistero tra i misteri delle alchimie dei Pentastellati a trazione cerchio magico.
Un’altra curiosità carina è la seguente: in questi ‘Team del futuro’ figurano consiglieri regionali uscenti ovvero che probabilmente dovranno essere ricandidati alle prossime elezioni. Qualche esempio: la sempre capogruppo in Consiglio regionale della Campania Valeria Ciarambino e il consigliere Luigi Cirillo.
La Ciarambino – tra l’altro responsabile della campagna elettorale 2020 e facilitatrice con tanto di stella al valore – ora è nel ‘Team del Futuro della Sanità’ mentre Cirillo è nel ‘Team del Futuro Istruzione, Ricerca e Cultura’, ma questi due consiglieri uscenti dovranno essere valutati – a norma da statuto – dai cittadini, attivisti per essere ricandidati? Chi decide e con quale criterio se meritano la ricandidatura? E se non dovessero meritarla la candidatura chi garantisce che la volontà di attivisti e cittadini verrà rispettata? Mistero.
Alla fine a netto del passaggio – modesto – sui media questi ‘Team del futuro’ sanno molto di passato e di vecchia politica.
Arnaldo Capezzuto