Giornata convulsa. Tensioni nel Governo con il premier Giuseppe Conte che ha puntato i piedi e chiesto un segnale inequivocabile e pubblico all’alleato Luigi Di Maio di condivisione senza remore della linea politica.
In pratica un aut aut senza se e senza ma imposto dal presidente del Consiglio al Movimento 5 Stelle. Il premier non tollera più i doppi giochi, i personalismi e le sparate per uso e consumo della visibilità e qualche like su di un post.
C’è da lavorare, faticare, spaccarsi la schiena per mettere il Paese in sicurezza. Le finte accuse sul Fondo degli Stati, le bugie fabbricate da Lega e FdI, la diffusione di gravi fake news come la confisca dei conti correnti hanno mandato su tutte le furie Conte.
Il presidente del Consiglio si aspettava da parte dei Pentastellati un supporto diverso. Vedere e constatare i banchi di Montecitorio e Palazzo Madama sena parlamentari 5 Stelle per almeno 24 ore ha fatto scenedere il gelo. Conte non ha più rivolto la parola a Di Maio.
Una crisi dei rapporti tra i due che ieri ha toccato l’apice. Per l’intera giornata di oggi i pontieri hanno fatto la spola, mediato, consigliato, limato.
Una grande opera diplomatica che si è conclusa con il ministro degli Eesteri che ha dettato una solenne dichiarazione alle agenzie stampa: “Il M5S ha piena fiducia in Giuseppe”.
Un primo passo propedeutico per una telefonata tra i due e la successiva dichiarazione del premier: “Nessuna contrapposizione con Luigi”.
Pier Paolo Milanese