Scatta il pignoramento dei beni della società di ‘Napoli Sotterranea’. L’inziativa di un ex lavoratrice che ha vinto la causa

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Oggi i turisti non hanno potuto visitare il sito di Napoli Sotterranea. La via d’accesso alla città di sotto, situata nel cuore dei Decumani era sbarrata. Il motivo ?

Un pool di avvocati insieme all’Ufficiale Giudiziario somo entrati nella struttura per eseguire il pignoramento dei beni della società. La vicenda riguarda una lavoratrice che ha vinto la causa di lavoro contro Enzo Albertini, il patron di Napoli Sotterranea.

Nonostante il giudice ha riconosciuto alla parte lesa il diritto nel ricevere gli adeguamenti degli stipendi ancora non è stata pagata.

Quindi la decisione da parte dei legali di procedere all’esecuzione di un pignoramento forzato dell’equivalente della somma di cui ha diritto l’ex lavoratrice del sito.

Per consentire il lavoro degli avvocati e dell’ Ufficiale Giudiziario sono state sospese le visite. Molti turisti e visitatori informati della vicenda hanno espresso la propria solidarietà all’ex lavoratrice che ha combattuto per l’affrmzione dei suoi legittimi diritti.

E il collettivo Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo che ha assistito e seguito la causa giudiziaria dell’ex dipendente denunciano : “Un bene pubblico come Napoli Sotterranea non può rimanere nelle mani di un privato che fa profitti sulla pelle dei lavoratori – sottolineano – La ricchezza prodotta dal turismo a Napoli deve andare nelle tasche di chi ci lavora e tutti noi dobbiamo godere dei frutti di un luogo che appartiene alla città!”.

Pier Paolo Milanese

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