Il nuovo anno porta con se nuove tasse. Si tratta di tasse settoriali e servono oltre a fare cassa per riconvertire settori oppure mettere un freno a stili di vita sbagliati e problematici per la collettività.
Ecco un mini elenco. C’è la Plastic tax, si applica ai prodotti monouso in plastica scende a 45 centesimi al chilo. È stata introdotta da un emendamento per contrastare la produzione di rifiuti e salvaguardare l’ambiente. Tra i materiali soggetti alla plastic tax viene reinserito il tetrapak.
Esclusi dalla tassa, invece, i prodotti in plastica riciclata e quelli composti da diversi materiali e plastica inferiore al 40%. L’imposta entrerà però in vigore solamente a luglio.
Poi c’è la Sugar tax, scatterà solo a partire da ottobre 2020 la sugar tax, la tassa di 10 centesimi al litro sulle bevande analcoliche zuccherate. Inizialmente sarebbe dovuta partire a gennaio, lo slittamento a ottobre comporterà un gettito minore di 175,3 milioni di euro.
Altre tasse riguardano le aziende come quella sull’auto. Slitta a luglio 2020 e riguarderà le nuove immatricolazioni. Nel dettaglio, il fringe benefit scende al 25% per i veicoli meno inquinanti.
Al contrario, sale dal 40% fino al 60% nel 2021 per le auto più inquinanti, in base al livello di emissioni. L’immancabile tassa sulla fortuna, il prelievo scatterà da marzo 2020 il prelievo sulle vincite che superano i 500 euro, comprese quelle alle lotterie istantanee come i Gratta e Vinci, salirà al 20%.
Per le vincite sopra i 200 euro alle new slot, dal 15 gennaio la tassa sale al 20%. Rivisti anche il prelievo erariale unico (Preu) e il payout (al 65%), cioè la percentuale di somme giocate destinate alle vincite. Obiettivo della tassa sulla fortuna è anche coprire la revisione di sugar e plastic tax. Poi ci sono i ritocchi a cominciare dalla
Robin tax, cioè l’addizionale Ires, sale del 3,5% per i concessionari di autostrade, porti, aeroporti e ferrovie. L’addizionale si applicherà per tre anni: 2019-2021. L’Ires passa quindi dal 24 al 27,5%.