Nessun taglio ai parlamentari per via parlamentare. Ci sarà un referendum. Oggi è stato raggiunto il quorum delle firme per indire il quesito referendario e chiedere agli italiani se intendano privarsi dei loro rappresentanti e quindi dire ‘si’ oppure ‘no’ alla sforbiciata di Camera e Senato.
Con il deposito a Palazzo Madama della firma numero 64 si è avviato in automatico l’iter referendario. Insomma, la norma approvata e targata Movimento 5 Stelle, striscione con Luigi Di Maio ‘armato’ di grandi forbici – non può entrare in vigore il prossimo gennaio.
Se si andasse al voto anticipato nei prossimi mesi in palio ci sarebbero di nuovo quasi mille seggi. Determinante la firma di Francesco Giacobbe, esponente del Pd eletto in Australia.
La sua firma ha fatto raggiungere il quorum dei senatori e quindi il diritto a indire il referendum.
“Sono d’accordo sui referendum in generale, ho votato quella riforma – dice il leader della Lega a Radio Radicale – ho letto poco fa che sono state raggiunte le firme sufficienti di parlamentari per indire quel referendum. Quando i cittadini confermano o smentiscono una riforma approvata dal Parlamento secondo me è sempre la scelta migliore”.
Che occorre in Italia ridurre il numero dei parlamentari e metterlo in linea con gli altri Paesi europei è un dato di fatto. Il problema è come si portano a termine le riforme quella del M5S è stata pasticciata e confusionaria. Si tratta di una taglio lineare senza creare meccanismi compensativi a tutela del diritto dei cittadini di essere rappresentati.
Giulia Rosati