Niente condivisione, nessuna assunzione di responsabilità solidale come non è prevista la consultazione online sulla piattaforma Rousseau degli iscritti come fu per il caso della Diciotti.
Luigi Di Maio, il capo politico del Movimento 5 Stelle, ha rotto gli indugi e anticipato le mosse: “Sul caso Gregoretti il Movimento voterà a favore dell’autorizzazione a procedere”.
Per Matteo Salvini la situazione si fa delicata o meglio problematica. Quando era ministro degli Interni abusò dei suoi poteri e bloccò la nave Gregoretti della Guardia costiera italiana con131 migranti. Qusta l’accusa del tribunale dei ministri di Catania che ha inoltrato la richiesta di autorizzazione a procedere.
Se per il caso Diciotti i giudici dovetterò fermarsi per il parere negativo della giunta del Sentao ora non sarà più così. Il ministro degli Esteri in modo netto ha sgombrato il campo da dubbi e perplessità: “Voteremo l’autorizzazione a procedere”.
E spiega, durante la trasmissione Porta a Porta: “Quando un anno prima bloccammo la Diciotti, era perché l’Europa non ci ascoltava. Facemmo la voce grossa e poi riuscimmo ad ottenere la redistribuzione in altri Paesi europei. Un anno dopo, la redistribuzione funzionava, quindi il blocco della Gregoretti non fu un’azione decisa dal governo, ma dal ministro dell’Interno Salvini”.
I tempi saranno veloci. La giunta delle immunità del Senato potrebbe cominciare a discutere del caso Salvini-Gregoretti, già a partire dal 20 gennanio. Salvini rischia di finire sotto processo.