Ti pareva che non spuntava la congiura, i poteri forti, l’entità marziane e il grande complotto. Luigi Di Maio è finito sulla graticola. I sondaggi sono inesorabili: i grillini hanno perso il 70 per cento dei loro consensi.
Sono ormani una forza politica che viaggia al 15 per cento. Insomma, i pentastellati sono implosi. Il dato statisticamente significativo che fa accapponare la pelle all’attuale quadro dirigente è rappresentato dal senso di delusione che anima l’elettore grillino.
La gente che ha dato fiducia al Movimento 5 Stelle è in una fase di elaborazione del lutto e in cerca di un nuovo interlocutore politico. La leadership chiusa, dittatoriale, autorefenziata messa in campo in questi mesi da Di Maio e dal suo cerchio magico ha portato all’implosione.
Ormai la fuga dai 5 Stelle è iniziata e la formazione fondata da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo affonda nelle contraddizioni e rischia di scomparire.
Più che Di Maio ne è consapevole il garante Grillo che in modo lungimirante a modo suo ha lanciato una sorta di appello ai parlamentari : se andate via almeno però continuate a sostenere il governo.
I segnali sono allarmanti. C’è chi pronostica che a urne chiuse se le elezioni regionali in Emilia Romagna dovessero essere per i Pentastellati disastrose ci sarebbe un regolamento dei conti.
I pontieri lavorano. Si sta cercando di mettere in sicurezza Di Maio, già in grosse difficoltà alla Farnesina, e tentare di salvare il salvabile. Si tenta di raffreddare gli animi in attesa degli Stati generali del Movimento.
I giochi però sembrano fatti. Il Movimento ha perso quel radicamento e l’appeal verso l’elettorato. Troppi scivoloni, cambi in corso d’opera, improvvisazioni, dilettantismo e poca trasparenza.
Pier Paolo Milanese