Il premier Giuseppe Conte rompe gli indugi e tratta a 360 gradi per la questione Libia. È in corso un colloquioa Palazzo Chigi con il premier libico Fayez Serraj. Riparata, insomma, l’incomprensione di tre giorni fa dove il presidente libico cancellò la visita a Roma dopo che apprese che Conte aveva accolto il suo rivale Khalifa Haftar.
All’ordine del giorno ci sono il cessate-il-fuoco proposto da Turchia e Russia e la “Conferenza di Berlino”, cioè il processo politico che dovrebbe portare a un evento politico organizzato dall’Onu e dalla Germania per riprendere il confronto interrotto dall’offensiva militare lanciata da Haftar il 4 aprile del 2019. Sottotraccia il presidente del Consiglio tenta di costruire una strada diplomatica per tutela i grandi interessi italiani in Libia ovvero l’attività dell’Eni e delle tante aziende italiane.
La preoccupazione è di una intromissione a tenaglia da parte della Russia e della Turchia che non nascondono le proprie mire sui giacimenti libici. Conte gioca in prima persona la partita. Spende il suo carisma, la sua autorità e le relazioni internazionali personali per dare un ruolo all’Italia che per la verità in questi giorni caldi è apparsa in ritardo e con le idee poco chiare. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sembra fermo e per nulla particolarmente attivo.
C’è la sua foto con la compagna all’aereoporto di Madrid in attesa del volo per rientrare in Italia dopo una breve vacnza mentre in quelle ore scoppiava la crisi internazionale Usa-Iran. Di Maio sembra a rimorghio : qualche incontro, bilaterali, conferenze telecomandate e nulla più. Contenuti pochi, dichiarazioni a fiume a favore di telecamere con un frasario di retorica e poca sostanza.
Un ministro degli Esteri poco concentrato preso molto dal suo ruolo di capo del Movimento 5 Stelle, infatti, in queste ore Di Maio è in giro in Emilia Romagna a fare campagna elettorale.
Insomma, mentre Conte tesse la sua tela diplomatica guardando con preoccupazione agli interessi italiani in Libia, il capo della Farnesina batte comune dopo comune per le elezioni regionali.
Comportamento che all’interno degli stessi Pentastellati è molto avverso tanto è vero che a più risprese è stato chiesto lo stop al doppio incarico.
Pier Paolo Milanese