Blitz e controlli serrati al Borgo Sant’Antonio Abate. Polizia e agenti della municipale ma anche personale dell’Asl battono palmo a palmo le caratteristiche strade e vicoletti dello storico mercato conosciuto nel mondo come ‘O Buvero’.
“Favorisca la licenza commerciale”, “Perchè non è esposta l’autorizzazione sanitaria?”, “Può mostrare il libro matricolare dei dipendenti?”, “Mi fa visionare i bollettini del pagamento della tassa di occupazione suolo?” sono le solerti e normali domande che in questi giorni ufficiali stanno ponendo ai titolari di negozi, attività commerciali, bancarelle e ambulanti.
Per la verità carte se ne sono viste davvero poche mentre verbali, sanzioni e sequestri non mancano. L’insurrezione a colpi di sassi, bottiglie e suppellettili contro le forze dell’ordine lo scorso 17 gennaio da parte di alcuni giovani del Borgo per difendere il loro cippo ha innescato una dura reazione.
I controlli sono continui con la polizia organizzata in task force con carabinieri, Guardia di Finanza e polizia municipale. Sono aumentati i sequestri e le denunce e anche gli arresti. Allacci Enel abusivi, sigarette di contrabbando, occupazioni abusive, droga e pistole nascoste.
Al Borgo Sant’Antonio Abate è calato il coprifuoco. Gli abusivi hanno capito che l’aria che tira è pericolosa e allora hanno abbassato le saracinesche e aspettano che le acqua si calmino.
Oltre all’insurrezione c’è stata la brutta storia di un ragazzo accoltellato al corso Garibaldi da alcuni componenti di una baby gang alcuni dei quali originali proprio de ‘O Buvero’.
Lo storico mercato popolare è un deserto, sabato scorso la maggior parte dei negozi e bancarelle sono rimaste chiuse. L’unica strada è la regolarizzazione.
Il Borgo Sant’Antonio Abate – raccontano gli aziani della zona – non era mai stato così vuoto. Se lo Stato ha deciso di ripristinare la legalità ora è tempo di aiutare però chi vuole mettersi dalla parte delle regole e avviare un bando per l’assegnazione delle zone mercatali.
Genny Attira