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Ti pareva che il quotidiano Libero con il suo direttore editoriale Vittorio Feltri già sottoposto a procedimento dal consiglio di disciplina per aver chiamato i meridionali terroni e il direttore responsabile, il modesto Pietro Senaldi si facevano scappare l’occasione per allestire – via carta stampata – il solito antimeridionalismo?
Oggi aprono il giornale con “Dagli italiani una lezione al mondo. A roma in 48 ore trovano i virus”. E poi il solito catenaccio : “Medici donne dello Spallanzani (meridionali) sono riusciti a fare il miracolo. Meritano applausi e gratitudine. E poi dicono che al Sud non fanno nulla…”.
L’argomento trattato è serio e Libero si qualifica per quello che è.
Per certa informazione sclerotizzata gira così. Invece di dare le notizie, approfondirle e svilupparle appunto per informare si tenta di ‘usare’ la stessa informazione per autopromuoversi e agitare la solita discriminazioni e luoghi comuni su di una parte del Paese.
Mentre l’epidemia da Coronavirus che in termini assoluti di deceduti e di contagiati ha superato di gran lunga quelli provocati dalla Sars e dimostra come le barriere e le distanze non contano nulla.
Il quotidiano di Feltri, invece, di informare adopera surrettizimanete una tragedia per sottolinea in un ‘catenaccio’ la parola Meridionali, Sud. Un modo per evidenziare differenze territoriali, agitare il discrimine e in modo subdolo far passare l’assiona “al sud non fanno nulla…”.
Per ribadire il concetto lo stesso Feltri in un post scrive: “Poi dicono che i terroni sono incapaci”
È ormai una ossessione, un disturbo, una malattia.
Insomma, un caso non raro di senilità autoreferenziata di un quotidiano e dei suoi direttori di cercare la gran cassa per vendere qualche copia in più e agitare una polemica sterile e sinceramente neppure molto interessante.
Arnaldo Capezzuto
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