Al Chikù, intervista con il territorio per una nuova narrazione

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Il Terzo settore riflette e ragiona sulla narrazione dei territori e sulla rottura dei luoghi comuni. Una giornata di riflessioni ed esperienze messe a confronto al Centro culturale e gastronomico Chikù di Scampia (Largo della Cittadinanza Attiva), una realtà nata da Chi rom e chi no con l’impresa sociale La Kumpania.

L’iniziativa promossa dal Giornale Radio Sociale, Redattore Sociale, Forum nazionale del Terzo settore con il sostegno di Fondazione Con il Sud, rientra nel ciclo diseminari formativi ‘Intervista con il territorio’.

Il tema è stato “Comunicazione sociale ed economia”: due questioni che sono strettamente legate al nostro impegno quotidiano. Ai due panel di discussione interverranno Barbara Pierro ed Emma Ferulano, che racconteranno il progetto del Chikù e l’impegno di Chi rom e chi no sul territorio.

Per giornalisti e partecipanti sarà a disposizione una navetta che li accompagnerà dalla metro di Scampia al Chikù sia all’andata che al ritorno. A Scampia si è parlato di lavoro, periferie e impresa sociale.

Dall’esperienza del Chikù, sia dal punto di vista sociale e culturale che come scommessa in termini di emancipazione attraverso il lavoro di donne rom e napoletane in cucina, alle organizzazioni di terzo settore presenti sui territori di frontiera emergono progetti di inclusione lavorativa e impresa sociale in contesti di degrado ambientale ed esclusione con elevati tassi di disoccupazione giovanile e dispersione scolastica.

A questi aspetti si aggiungono le dinamiche dell’economia criminale che spesso diventa una forma di welfare e reddito per intere famiglie escluse dal sistema produttivo. Come si raccontano queste storie di inclusione? Quali errori non bisogna commettere quando si parla di periferie, minoranze discriminate e disagio sociale? Come si racconta il territorio? Come si racconta il rapporto tra territorio e le persone che lo abitano? Come ci si difende dai racconti devianti riguardo le periferie e i percorsi di inclusione? La formula della “storia” è l’unico tipo di narrazione possibile?

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