I Comuni rischiano di accappottarsi. Con l’emergenza Coronavirus la maggior parte della amministrazioni pubbliche hanno posticitato la riscossione di tasse e tributi. In pratica per quelle grandi città come Napoli, Roma e Torino ma anche e soprattutto i piccoli comuni si rischia la bancarotta.
“Se il Governo non interviene, i Comuni non reggeranno oltre fine aprile. C’è chi crollerà prima e chi dopo, ma mediamente oltre fine aprile non reggiamo”.
È l’allarme lanciato dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Il primo cittadino è intervenuto a Radio Crc, e ha spiegato che “se crollano i Comuni, l’Italia non esiste più. Il Governo questa cosa non l’ha capita ma glielo stiamo facendo capire, e penso che lo capiranno, con i dati che abbiamo fornito. Si renderanno conto che, se cadono i Comuni che sono avamposto della tenuta sociale e anche economica, il Paese non ce la farà”.
Sono tre le proposte presentate dai Comuni “e che speriamo siano in un prossimo provvedimento o nella conversione del primo”, sottolinea de Magistris: “Stralcio del debito dei Comuni appesantiti, un fondo straordinario di liquidità per i Comuni e la riduzione del fondo crediti di dubbia esigibilità, somme accantonate che potremmo usare per una serie di misure non solo per arginare l’emergenza sul piano sanitario, ma anche e soprattutto per fare argine sociale ed economico alla tragedia che si sta prefigurando in un orizzonte molto vicino”.
L’argomento è stato affrontato dal premier Giuseppe Conte nel corso dell’informativa al Senato della Repubblica. Il presidente del Consiglio è conscio che occorre intervenire e non è da escludere nelle prossime ore un decreto ad hoc proprio per puntellare i Comuni.