“Il virus non si stopperà. Non arriveremo a contagi zero. A Wuhan ci sono riusciti prendendo misure incredibili ma ora hanno un effetto ritorno. Da noi c’è una tendenza alla diminuzione. Però il virus continuerà a circolare e dovremmo mettere toppe in continuazione Avremo una tendenza alla dimunizione. I nostri modelli c’è lo confermano ogni giorno. Insomma il virus continuerà a circolare anche se a livello più basso. Occorre sviluppare la medicina del territorio attraverso le Asl, i Dipartimenti e le strutture per localizzare, identificare e bloccare poteziali focolai”.
Lo dice con chiarezza Gianni Rezza, Dipartimento di Malattie Infettive dell’istituto superiore di Sanità nel corso della consueta conferenza stampa al Dipartimento della Protezion civile con il commissario Angelo Borrelli.
Con i 566 decessi di oggi, l’Italia supera quota 20mila ossia 20465 morti per il coronavirus. Numeri, cifre che fotografano ancora una situazione difficile, tragica per il nostro Paese.
Torna a crescere anche anche le persone ricoverate con sintomi (28.023, 176 più di ieri). L’incremento dei contagi è stato 1363. L’unica nota positiva è il calo dei ricoverati più gravi, quelli in terapia intensiva: si tratta di 3260 persone, 83 meno di ieri. Un valore in calo costante, un buon indicatore che il picco è stato raggiunto ma non superato.
Numeri e statistiche che se da un lato mostrano un contenimento dell’epidemia in Italia dall’altro confermano che la parola ‘normalità’ è ancora lontana. La malattia è aggressiva, il contagio è veloce, occorre andare adagio.
Insomma, il libero tutti per ora non è possibile. Si potrebbe – è una ipotesi – valutare la fine del lockdown in quelle aree geografiche dove il coronavirus ha prodotto una infezione limitata di casi come ad esempio il Mezzogiorno d’Italia. I guariti raggiungono quota 35435, per un aumento in 24 ore di 1224 unità (ieri erano state dichiarate guarite 1677 persone).