Lo sfogo. De Magistris: “Sono tentato di consegnare la fascia che indosso al Prefetto”

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“Oggi ci mettiamo la fascia ma la tentazione che ho è di consegnarla al prefetto”. Forse è solo una battuta a favore di taccuini del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Ma che nasconde una considerazione amara.

Il Comune di Napoli è senza soldi, senza risorse, la continuità di cassa è più che a rischio. Perfino gli stipendi dei dipendenti non sono garantiti per molti mesi come del resto i servizi essenziali.

La terza città d’Italia mai come ora balla su di un precipizio e mancano pochi centimetri per cadere dritto in un baratro senza fondo. È più di una ‘tentazione’ quella espressa da Luigi de Magistris ma la constatazione di una sconfitta di chi è stato lasciato solo e non possiede neppure una croce per abbracciarla. Come uscire da questo ginepraio?

È un primo cittadino scuro in volto, teso e malinconico che solo per dovere istituzionale e di cittadino è alla cerimonia dell’alzabandiera in Piazza Plebiscito per i festeggiamenti della Festa della Repubblica.

Il giudizio che si sta radicando in città sulle sue battute finali della seconda consiliatura non lascia margini : “Un fallimento”.

I napoletani o meglio quella minoranza della maggioranza poi diventata maggioranza al Comune non ci crede più. Napoli è drammaticamente ferma, immobile e non è pronta per affrontare gli effetti collaterali da Covid -19.

La preoccupazione è l’onda lunga di rabbia, rancore e disperazione che a partire da settembre è destinata a rompere gli argini e seminare il caos a Napoli. Un fardello sociale, economico che nonostante le spalle larghe di de Magistris non può essere più sostenuto.

Gli errori commessi sono tantissimi. Ma solo chi non opera, chi nasconde le mani in tasca e accorda la voce per fare chiacchiere in formata panna montata non sbaglia o forse si e di più. Napoli è questione nazionale. o è sempre stata. Chi non lo comprende vuole solo il male della città. Lo sa bene anche de Magistris.

Se pochi mesi fa si proclamava in modo guascone la Napoli autonoma e indipendente. Certo una provocazione, un segnale per far capire a chi doveva capire. Nessuno ha sentito, nessuno ha ascotato, nessuno ha visto. Ora è tragicamente tardi. Napoli è sommersa dalle macerie e altre, a breve, ci saranno.

Ora è lo stesso primo cittadino che dice: “Non posso che essere d’accordo con il messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella perché in questo momento serve unità fondata sull’armonia, sulla coesione senza rancori e discriminazioni ma tutti i sindaci uniti hanno detto al Governo e al presidente del Consiglio che senza mettere al centro il popolo e quindi i sindaci che sono i rappresentanti territoriali, il Paese non riparte e si rischia di andare nel caos e nel conflitto”.

E ancora: “I sindaci sono gli unici che possono fare un lavoro di mediazione sociale forte per evitare che l’esasperazione diventi rabbia, conflitto, questione di ordine pubblico e questione criminale”.

E poi la conculsione che nasconde un timore, una paura : “Non abbiamo molto tempo. Il Governo deve accelerare”.

Arnaldo Capezzuto

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