A Giugliano, le ruspe distruggono il ‘Borgo artistico Zaccaria’ al suo posto 48 appartamenti con piscine e un aumento dei volumi del 35 per cento

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Rabbia, rammarico e la promessa solenne di capire, comprendere ciò che è accaduto. Peccato che sono le solite parole, le chiacchiere, il pianto del congiunto dopo la morte del parente che da tempo non si vedeva o lo si sentiva al telefono.

È l’incapacità di vivere i territori, di seguire la realtà, di farsi carico del bene comune. Diciamola la verità: nessuno si è accorto di nulla. Nessuno si è preso la briga di leggere le carte, approfondire, chiedere. È stata la giornalista Claudia Procentese, attenta e precisa che con un post sul suo profilo Facebook ha denunciato e spiegato ciò che era accaduto.

Un post scritto con una rigorosa precisione e al tempo stesso semplicità. A volte – quai sempre – basta guardare la realtà con lo sguardo e l’innocenza del bambino che dice: ‘Ma il Re è nudo’.

“Oggi a Giugliano, in provincia di Napoli, è successo questo. La demolizione di quello che chiamavano (ormai è da usare il tempo passato) ‘Villaggio Zaccaria’, un casale del Settecento ma ancora più antico perché costruito in epoca medievale sui resti di una villa rustica romana” – scrive Procentese -.

“Un feudo baronale con tanto di case a corte e chiesa, dedicata a san Francesco d’Assisi, di impianto cinquecentesco e decorazioni a stucco di ispirazione barocca. Giugliano è conosciuta come ‘Terra dei fuochi’ – sottolinea -. Potrebbe essere conosciuta per altro. Non so se esistesse un vincolo monumentale storico-artistico, non so a cosa sia adesso destinato lo spazio, parcheggio o palazzine di cemento o giardinetto pubblico. So che sono stanca di commentare”.

Poche ore e la denuncia via social diventa virale, migliaia di condivisioni, reazioni, commenti. Ciò che è accaduto a Giugliano accade a bassa intensità in tutti i comuni della Campania e in particolare alle porte di Napoli.

In deroga agli strumenti urbanistici, usufruendo del piano casa, in assenza dei Puc, senza i piani di salvaguardia, con cambi di destinazione d’uso, con l’applicazione di prassi consolidate, sagomando nelle istruttorie da parte degli uffici tecnici pronunciamenti del Tar, codicilli e pieghe interpretative delle norme vigenti si sono concesi permessi a costruire a sbafo.

Zone agricole, aree a destinazione pubblica, abbattimento di volumetrie e ricostruzione di nuovi insediamenti con un significativo ampliamento. Le formule sono diverse, le scappatoie tante e in sintesi l’industria del mattone non si ferma mai. Le betoniere, le gru, le ruspe sono in funzione h24. Affari, affari, affari.  

Comuni come Volla, Frattamaggiore, Arzano, Cardito, Orta di Atella sono diventati un modello di neo speculazione edilizia dove non si sa da dove giungono investimenti a tanti zeri.

Insomma, Sant’Antimo, Casavatore, Caivano sono Comuni non casualmente commissariati e sciolti per camorra. E badate bene Giugliano non è in coda ma è capofila. Non è casuale se qui furono arrestati tanti esponenti della polizia municipale perchè non effettuavano controlli anti abusivismo.

A Giugliano, la cosca dei Mallardo ha costruito un impero sul mattone selvaggio spingendosi con ‘Allenza di Secondigliano’ a differenziare gli investimeti e i business.

Un modus operandi dove camorra alta, politica, amministrazioni, colletti bianchi, mercato creditizio, imprese sono un tutt’uno.

Ciò che ha denunciato Claudia Procentese è gravissimo nella misura in cui nessuno si è accorto di nullao. Eppure c’è una delibera, una istruttoria, un open project a disposizione dove legittimamente la società di progettazione serviceb2b srl ha elaborato la progettazione del nuovo ‘Borgo Zaccaria’ ossia 48 appartamenti collocati in via Grotta dell’Olmo, un complesso immobiliare innovativo e tecnologico.

Si tratta di un recupero abitativo di volumi fatiscenti grazie all’applicazione del piano casa legge regionale 19/09 con la demolizione dei volumi esistenti e la realizzazione di nuovi edifici moderni con l’ampliamento del 35 % del volume preesistente.

Una denuncia che ha fatto rumore e indotto le tante anime belle a correre al capezzale non di un moribondo ma di un morto. Ormai il villaggio settecentesco Zaccaria, gioiello del patrimonio artistico rurale, che nel censimento del 1793 arrivano a 119, non esiste più. Le ruspe l’hanno falciato, distrutto, disintegrato.

E allora la domanda : Di cosa parliamo? All’orizzonte la grande deregulation con la legge urbanistica regionale in cui si renderà legale ciò che ora è apparentemente legale.

Un disegno di legge che adopererà, tra l’altro, la modalità ‘Borgo Zaccaria’ infatti si va da aumenti di volumetrie fino al 20 per cento negli edifici residenziali, fino al 35 per cento in caso di demolizione e ricostruzione ed è concessa anche la delocalizzazione di edifici in aree a rischio con incentivi volumetrici e altre chicche come l’introduzione dei ‘crediti edilizi’.

Arnaldo Capezzuto

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