Michele Antonio Gaglione, 30 anni, accusato dell’omicidio preterintenzionale aggravato della sorella Maria Paola Gaglione, 22 anni, e di aggressione del compagno trans Ciro resta in carcere. Secondo gli inquirenti Gaglione, con la sua potente moto Honda ADV avrebbe inseguito lo scooter Honda SH 300 sul quale viaggiava la sorella e il suo compagno Ciro (che era alla guida) fino a farlo cadere provocando la morte di Maria Paola.
“Risultano particolarmente gravi ed allarmanti – scrive ancora il gip – le modalità e le circostanze dell’azione che denotano l’incapacità dell’indagato di controllare le proprie pulsioni aggressive e denotano una accentuata pericolosità sociale” tanto che “non assume rilevanza alcuna lo stato di incensuratezza”.
Per il gip esistono “gravi indizi di colpevolezza in relazione alla condotta contestata all’indagato”; inoltre “solo la custodia cautelare in carcere riuscirà a scongiurare efficacemente il pericolo di reiterazione criminosa, apparendo a tal fine inadeguata la misura cautelare degli arresti domiciliari”.
Il giudice, però, sottolinea, anche che Michele Antonio ha comunque tenuto un atteggiamento “collaborativo, fornendo elementi utili alla ricostruzione dei fatti e rendendo anche dichiarazioni autoaccusatorie”.
Intanto, gli avvocati Domenico Paolella e Giovanni Cantelli, legali di Michele Antonio Gaglione annuciano: “Ricorreremo al Tribunale del Riesame”