L’ultimo addio a Maria Paola. Don Patriciello:” Perdonaci per non aver custodito la tua fragile vita”

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Dolore, rabbia e tanta tristezza sono i sentimenti che hanno accompagnato la funzione funebre per l’ultimo saluto a Maria Paola Gaglione, 18 anni, uccisa dal pregiudizio e dall’odio. Due lunghi applausi hanno salutato l’uscita della bara bianca dalla chiesa di San Paolo Apostolo, nel Parco Verde di Caivano.

Dal sagrato della chiesa sono stati fatti volare anche dei palloncini bianchi a forma di cuore e liberato delle colombe bianche.

A celebrare la messa don Maurizio Patriciello, investito in queste ore da forti critiche e polemiche per aver preso una posizione – a dire delle associazioni che si battono contro le discriminazioni – troppo indulgente.

“Scusaci Paolè, ti chiediamo perdono per non essere stati capaci di custodire questa tua fragile e preziosissima vita” – spiega nel corso dell’omelia don Maurizio Patriciello – Oggi dopo tanto parlare vogliamo volgere lo sguardo a te, Paola”.

“Sei passata in questo mondo come un fulmine e troppo presto per te è giunta la sera, una tragica, fulminea, terribile sera. Se la morte mettesse davvero la parola fine alla gioia della vita ci sarebbe di che disperarsi, ma noi siamo in una chiesa cristiana cattolica, la stessa dove sei stata battezzata da questo prete che sta celebrando il tuo funerale” – aggiunge il prete noto perle sue battaglie contro la Terra dei Fuochi.

“Oggi, secondo una logica umana, in questa chiesa siamo tante persone vive e una ragazza defunta in quella bara bianca. Ebbene, per i cristiani le cose non sanno così, davanti a Dio non esiste il regno dei vivi e il regno della morte, solo il regno di Dio”.

Maria Paola Gaglione è rimasta uccisa nella caduta dal motorino su cui viaggiava con il suo fidanzato transessuale Ciro Migliore. Secondo gli inquirenti è stato il fratello della ragazza Michele a speronare lo scooter e provocare la morte della 18enne.

“Non c’e’ posto per l’odio in chiesa , la casa dove rimbomba la voce di Dio, dove l’odio tace. Per seguire giustizia e mai vendetta. Prima dell’orientamento sessuale, siamo esseri umani – tuona don Patriciello – accompagnare i genitore in cimitero è sempre triste, accompagnarvi una figlia è devastante. E ora è troppo grande il dolore per poterci illudere di lenirlo con le parole, oggi anche le parole più belle resterebbero troppo piccole per colmare il dolore provocato da tua morte”.

“Chiedo perdono per non aver custodito la fragile, preziosissima vita di Paola” – conclude in lacrime don Patriciello.

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