Non solo il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina hanno criticato aspramente ‘ordinanza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che ha chiuso le scuole e l’università per due settimane a seguito dell’aumento dei contagi in Campania.
Fin dalle prime ore del mattino Palazzo Santa Lucia è assediato dai conducenti dei bus gialli dedicati al trasporto scolastico e dal personale delle scuole.
Una protesta che coinvolge diverse componenti del mondo della scuola, dai genitori agli studenti agli insegnanti, riuniti in presidio per contestare l’ordinanza di chiusure delle scuole in vigore da oggi al prossimo 30 ottobre.
“La scuola non si chiude” e “La scuola non e’ il virus”, di legge su due grossi striscioni esposti all’esterno di palazzo Santa Lucia. “La chiusura della scuola in Campania – si legge in un documento diffuso dagli organizzatori della protesta – rappresenta un grave attacco al diritto allo studio di bambini e ragazzi oltre che una drastica limitazione della loro socialità”.
“A settembre, siamo tornati a scuola con oltre dieci giorni di ritardo rispetto a altre regioni perche’ dovevamo essere attrezzati a affrontare la gestione di eventuali focolai e i dati hanno dimostrato che, nonostante l’incremento generale esponenziale dei contagi, il sistema scolastico campano ha tenuto: il contagio non e’ quasi mai avvenuto a scuola e, anche in caso di studente positivo, i protocolli sono stati applicati con rigore. Ma questo per il presidente De Luca non e’ stato sufficiente: una decisione improvvisa e insensata”.
“Ora – continuano – ci riconsegna alla Dad che, sperimentata durante il lockdown, ha dimostrato tutti i suoi limiti, soprattutto per le categorie piu’ fragili e esposte alla marginalita’ economica e sociale. Quindi, perche’ chiudere la scuola? Si tratta di prove tecniche di lockdown sulla pelle dei nostri figli? La scuola non e’ il virus”