La Corte d’Assise di Appello di Napoli ha condannato a 20 anni di carcere il boss della camorra casertana Augusto La Torre, per la strage avvenuta il 24 aprile del 1990 a Pescopagano, località del comune di Mondragone (Caserta).
I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche riformando la sentenza di primo grado che aveva condannato all’ergastolo La Torre, noto come il boss psicologo per aver conseguito una laurea in carcere e con un passato da collaboratore di giustizia.
Nel corso della requisitoria, la Procura generale di Napoli aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo.
Durante la strage di Pescopagano, compiuta da La Torre e dai suoi killer con fucili e mitragliette, rimasero uccise cinque persone, tutte innocenti, ovvero quattro immigrati – tre tanzaniani e un iraniano – e un italiano padre di sei figli, Alfonso Romano; otto persone furono invece ferite, tra queste il figlio 14enne del titolare di un bar dove i sicari agirono.
Fu una vera e propria mattanza, con La Torre che si mosse in moto con un fedelissimo alla testa di una colonna di auto con dentro i suoi uomini armati.