Il Teatro Bellini diventa ‘Zona Rossa’. Dal 20 dicembre artisti che non hanno mai lavorato insieme (due registi – drammaturghi e 4 attori) prepareranno un nuovo spettacolo e lo faranno senza uscire mai dal Bellini. Finchè i teatri in Italia non saranno riaperti. Non si limiteranno quindi a creare, provare e lavorare ma si fermeranno anche a mangiare e a dormire, vivendo in simbiosi, vivendo in camerini trasformati in camere.
Sarà un vero e proprio lockdown, Natale e feste comprese. Gli artisti saranno ripresi in streaming (canale You Tube del Bellini ) ma solo quando proveranno e faranno incontri di lavoro , mai nelle loro stanze .
”Un’installazione, una performance, una provocazione, un manifesto, forse, uno spettacolo” cosi i curatori Daniele Russo e Davide Sacco definiscono la loro ‘Zona Rossa’ . Destinazione finale di questa avventura sarà uno spettacolo per una sola sera, quando si potrà tornare in scena.
“Lavoreranno su Zona Rossa soltanto un mese? Lo faranno per 4 mesi? Al momento nessuno può saperlo. L’unica certezza è che non appena il DPCM lo permetterà, si andrà immediatamente in scena. Zona Rossa rappresenta la sostanza, il volto e l’anima di quel settore la cui ineffabile classe operaia vive e sopravvive all’interno di un teatro” spiega Daniele Russo che con i fratelli gestisce lo storico spazio.
Il progetto è ‘abitato’ da tre uomini e tre donne , Alfredo Angelici, Federica Carruba Toscano, PierGiuseppe di Tanno, Licia Lanera, Pier Lorenzo Pisano, Matilde Vigna, realizzato e prodotto da Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini. L’orario della diretta quotidiana dipenderà da quello di convocazione degli attori. Sara’ possibile quindi assistere a tutto il processo creativo che accompagna la nascita di uno spettacolo.
La Zona Rossa sarà oggetto di una serie di appuntamenti di approfondimento a cura di Alessandro Toppi; una rubrica, dal titolo L’aiuto da casa, sarà trasmessa sui canali social del Teatro Bellini. Non ci sono idee definite, tutto accadrà quando il gruppo inizierà a confrontarsi , naturalmente in totale sicurezza (gli artisti saranno sottoposti a tampone ). Ma perché” un lavoro cosi lungo e complesso per creare uno spettacolo con una sola replica?
”L’azione politica è evidente – spiega Russo . – Il teatro italiano spesso sembra una fabbrica dell effimero, la provocazione è questa. Sicuramente riutilizzeremo quanto abbiano fatto con tanto sforzo ma il progetto vogliamo concluderlo così. Per far capire come spesso questa cosa accada”.